3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato trascorrere piacevolmente del tempo, facendomi quattro sane risate, spero condivise dal lettore.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È stata abbastanza semplice. Ci tenevo a creare un titolo dal significato non univoco, anche fuorviante, giocando un po’ con le parole, così come ho fatto nel libro.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
"Siddharta" di Hermann Hesse e "Napoli milionaria" di Eduardo De Filippo. Attraverso ambedue, seppur con modalità differenti, credo si possono capire molte cose sulla vita e sull'uomo.
6. E-book o cartaceo?
Credo che l'e-book stia al cartaceo come i soldi virtuali alle banconote. Toccare con mano è altra cosa…
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Il libro credo sinceramente sia stato per me più uno strumento di "evasione" che il conseguimento di un risultato prefissato. Chi vorrà usarmi la gentilezza di leggerlo spero non ritenga preferibile "rinchiudermi".
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce da alcuni simpatici messaggi estivi scritti al telefono con colleghi dell'Università, mentre ero in spiaggia, scherzando sulle "suocere" in generale e che poi ho sviluppato in una storia, spero, piacevole.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Credo sia vero quello che dicono molti di coloro che scrivono: scrivere un libro è come dare alla luce un figlio. Spero solo che il mio non sia un "aborto".
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia suocera, come è giusto che fosse.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia per certi versi limitante nella gestione della lettura del testo, soprattutto di quelli più impegnativi, ma potrebbe avere delle utili applicazioni.