Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

02 Ago
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Alessia Cinquanta

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Salve a tutti, ho 39 anni sono nativa di Lodi ma ho sempre abitato in una piccola frazione di Crema (CR) che ci tengo a nominare: San Bernardino. In questo quartiere ho vissuto per 26 anni tra scuole, sport, amicizie, litigi, l' oratorio, cotte adolescenziali, finché mi sono sposata e mi sono trasferita in un comune limitrofo, mantenendo però sempre un legame col mio paese delle meraviglie, microcosmo eclettico dove ci si conosce tutti, da dove si vedono le prealpi bergamasche ed in meno do 1 ora di macchina visiti Milano, Bergamo, Cremona, dove si mangiano i tortelli dolci cremaschi e la spongarda. Io scrittrice? No, è capitato. Già alle elementari la mia maestra mi elogiava per la bella grafia, la scioltezza del linguaggio e la struttura arzigogolata dei miei temi. Così ho continuato a riempire, negli anni della scuola, fogli con inchiostro nero. Un nome antecedeva un verbo, un aggettivo abbracciava un sostantivo e le espansioni rendevano il tutto ricco ed appetibile. Infine la scelta di provare a far conoscere agli altri le emozioni che trasudano dalle pagine che si riempiono di inchiostro, dai personaggi che si animano e dalle trame che sembrano palpabili.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non c'è una regola scritta, un ordine da seguire, forse è più un'improvvisazione. Dopo il matrimonio è nata mia figlia, quindi il tempo libero veniva occupato dai pannolini, dalle pappe e dal lavoro fuori casa, poi c'è stata la separazione da mio marito, lunga, dura e difficile da digerire. Il tempo ti scivola via, il dolore annebbia le idee e la voglia di scrivere soccombe ai reali problemi quotidiani di una giovane donna di nuovo single. Col passare degli anni, però quei primi fogli scarabocchiati chissà quando e chissà dove, si sono moltiplicati e legati tra loro in maniera razionale, fino al risultato che spero vogliate gustare ed approvare. Quindi non ho mai avuto una vera tabella di marcia, diciamo che era soddisfacente ricavare qualche mezz'oretta nell'arco degli impegni settimanali da dedicare a questa sfida col mondo letterario.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Non c'è un autore, bensì una categoria di bravi scrittori, visto che amo molto il thriller. Quindi direi Kathy Reichs per la maestria di coniugare scienza e crimine ad un livello adatto anche a chi non se ne intende, Jeffery Deaver per l'arguzia, Patricia Cornwell per il lato umano dietro al camice da lavoro ed infine Stuart Macbride. L'ho scopeto un paio di anni fa, ma mi ha subito affascinata con la sua scrittura senza mezzi termini e poi ha svolto un lavoro simile al mio prima di diventare quel che è oggi!



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera, lo ribadisco, è nata come una sfida, un "vediamo se ci riesco anch'io", senza nulla pretendere e senza nulla da perdere. Con un po' di modestia mi piace pensare: " forse avevano ragione quelli che mi dicevano scrivi qualcosa che sei brava!", nella speranza di dar loro ragione. Posso citare il Manzoni? AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA!



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

L'ambiente urbano con le sue continue evoluzioni di cemento, le persone ingabbiate nel loro io dai social, la frenesia delle giornate con solo 24 ore, i sentimenti che sono tali solo sulla carta o sui tasti di un cellulare... La metamorfosi di tutti noi è continua, come il male che si evolve e non sembra aver a che fare con un tentennamento. Tutto intorno a noi ci insegna come scrivere e cosa scrivere, bisogna solo saper leggere.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Scrivere è raccontare la realtà soprattutto per certi generi, come il thriller. Se mi raccontate di fate ed unicorni, vedo un alter ego della nostra esistenza, un mondo dolce e felice dove tutti vorremmo vivere. Se mi parlate di vita quotidiana, allora apriamo un libro e leggiamo un romanzo od un thriller.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Qualche manciata di ingrediente l'ho data anch'io, come il sale nelle ricette: una presa, quanto basta. La mia protagonista ha giocato a pallavolo come me, si è sposata e separata, ma a differenza mia lei è laureata, svolge un'attività non di nicchia ma inseguita e desiderata. Più che le persone, di me in questa storia c'è un messaggio: al male non c'è mai fine. Puoi averlo assaggiato, sfiorato, adocchiato, preso a pugni, tatuato sul corpo o vissuto sino allo stremo, ma poi ti guardi intorno e di nuovo, per l'ennesima volta dici: una cosa così? Non è possibile.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Me stessa, io sono la mia migliore amica. Puoi perdere tutto nella vita, gli affetti, l'amore, i soldi, il lavoro,.. ma non devi mai perdere te stessa come persona, come tuo mito individuale.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A nessuno, solo qualche pagina al mio compagno che mi ha sempre sostenuto e tifa per me. Non volevo i fuochi d'artificio prima della vittoria, così è rimasto nascosto nel cassetto agli occhi del mondo.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Io e la tecnologia non andiamo d'accordo. Sarà anche il futuro questo e-book, ma io rimango una nostalgica delle pagine ingiallite odoranti di muffa, del loro fruscio polveroso, con i prezzi ancora in lire e le copertine con l'onda di apertura. Spegni il cellulare o il computer e tutto svanisce, chiudi un libro me se alzi lo sguardo è sempre lì, sulla mensola, anche se va via la corrente o ti serve il caricabatteria. Fred Uhlman scrisse “L'amico ritrovato”, per me non si tratta solo di una persona.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Se ha uno scopo terapeutico sono favorevole, ma purtroppo non posso parlare di argomenti che non conosco e per i quali non sono ferrata. Con molta umiltà ammetto la mia ignoranza su certi contenuti, ma forse così avete scoperto un lato più umano di me, magari che susciti anche simpatia.



GRAZIE A TUTTI.  

 

 

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 

Mercoledì, 09 Agosto 2017 | di @BookSprint Edizioni

Articoli correlati (da tag)

Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)