3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Lo scrivere questo mio primo libro, ma soprattutto il rileggerlo, ha significato per me comprendere appieno il senso di questa esperienza e riconoscerne gli innumerevoli pregi. Il Cammino è, infatti, prima che un' esperienza "fisica", soprattutto l'occasione di guardare dentro se stessi, con le proprie debolezze ed inaspettati punti di forza, il riscoprire la bellezza del silenzio e del contatto con la natura, in un' ottica distante anni luce da quella dettataci dalla nostra frenetica vita di tutti i giorni.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è stato fin da subito quello definitivo, perché doveva essere chiaro che si trattava di un "diario" e non di uno dei tanti manuali su cosa fare o non fare lungo il Cammino.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Su di un'isola deserta vorrei con me un libro come "Viaggio al Centro della Terra" di Julius Verne, per la sua capacità di far sognare e coinvolgere il lettore o la compagnia di uno scrittore come Mauro Corona, profondo conoscitore della natura e delle persone.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo tutta la vita, anche se l'e-book facilita la fruibilità e la diffusione dei libri.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi ritengo uno scrittore, ma piuttosto una persona alla quale piace raccontare le proprie esperienze per condividerle con gli altri. Non escludo quindi di poter in futuro scrivere qualche altro lavoro sempre in forma di diario, riguardante i viaggi, attività che prediligo.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di far diventare un libro il mio diario di viaggio è nata al mio rientro a casa nel giugno del 2015, quando riordinando gli appunti mi sono reso conto che non si trattava di un semplice schematico riassunto delle mie attività giornaliere. ma piuttosto di un racconto degli stati d'animo, delle situazioni incontrate e delle emozioni provate. Ho deciso quindi di mettere su carta tutte queste cose ed anche i ricordi che a mano a mano riaffioravano, rileggendo gli appunti.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'esperienza che consiglierei, perché da la soddisfazione di veder prendere forma alle proprie idee e la possibilità di condividerle con gli altri.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
I miei familiari, che mi hanno successivamente convinto a decidere per la pubblicazione di quello che nelle mie intenzioni doveva essere solo un "diario" della mia esperienza.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono senz'altro favorevole all'audiolibro, soprattutto nell'ottica di una maggiore diffusione dei libri anche grazie ai prezzi più contenuti, ma personalmente trovo molto più coinvolgente e soddisfacente la lettura di un libro cartaceo.