3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera mi ha permesso di intrecciare episodi realmente accaduti con ambientazioni, personaggi e storie totalmente frutto della mia immaginazione con la speranza di creare un racconto avvincente ed entusiasmante per il potenziale lettore. È stato divertente assumere il ruolo di voce narrante nel romanzo con un occhio sempre vigile sui protagonisti e sulle loro emozioni, così facendo, ho potuto seguirne la loro evoluzione in quanto personaggi con le loro fragilità ed aspetti caratteriali.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata, in questo caso, semplicissima, oserei dire che prima ho pensato al titolo e poi ho immaginato tutto il romanzo attorno ad esso. È stato così facile anche perché all’inizio mi sono ispirato ad un viaggio fatto quindi certi luoghi, certe ambientazioni erano stati immagazzinati da me per poi tradursi, in modo dirompente, in questo romanzo giallo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’ipotetica isola deserta vorrei con me, in assoluto, un solo libro e cioè “Le avventure di Robinson Crusoe” di Daniel Defoe. Trovo davvero avvincente e stimolante il modo in cui Defoe descrive le avventure di un marinaio inglese, che naufraga su un’isola deserta rimanendovi per tantissimi anni durante i quali ha la possibilità di mettersi a nudo con se stesso e non solo fisicamente testando la sua abilità di adattamento al contesto circostante e facendo anche un viaggio interiore molto profondo. La capacità descrittiva di Defoe è senza dubbio notevole, consiglierei questo libro anche alle nuove generazioni perché consente di fare un viaggio con la fantasia rimanendo tranquillamente seduti sulla poltrona di casa.
6. E-book o cartaceo?
Sono due prodotti simbolo del proprio tempo, ciò che oggi rappresenta sempre più la realtà predominante parallelamente con il progresso tecnologico era impensabile qualche anno fa. Io, pur non disprezzando qualsiasi nuovo strumento che comunque consente di avvicinare più persone alla lettura e rende anche più semplice e più fruibile tale attività, rimango, al momento, ancora affezionato all’odore del libro stampato, allo sfogliare le pagine uno dopo l’altra cercando di immedesimarmi nelle storie raccontate.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Parlare di carriera di scrittore è davvero troppo prematuro, sicuramente è un sogno che nasce da bambino, forse l’aver letto tanti libri mi ha quasi fagocitato in questo mondo a volte reale e a volte fantastico dove tutto è possibile, dove si ha l’opportunità di creare dal nulla personaggi che diventano essi stessi “attori” che interpretano dei ruoli in un turbinio emozionale ed il ruolo dello scrittore potrebbe essere paragonato a quello di un regista o di un direttore d’orchestra che decide lo spazio ed il momento in cui ogni soggetto debba intervenire. È proprio questo che mi appassiona maggiormente.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come già anticipato precedentemente l’idea di questo libro nasce dall’aver vissuto un’esperienza nel Nord Europa, mi sono trasferito in una città straniera per qualche mese e quando sono ritornato a casa ero talmente ricco degli episodi che erano accaduti, delle persone che avevo incontrato e di quello che avevo provato che ho cercato di canalizzare tutto ciò e di tradurlo in scrittura. È chiaro che la maggior parte delle storie raccontate nel romanzo sono frutto della mia immaginazione ma alcune di esse sono tratte dalla realtà. Un aneddoto curioso che mi è capitato durante la stesura del romanzo è che ad un certo punto ero talmente preso dalle storie dei miei personaggi, dalle vicende nelle quali erano coinvolti da sentirmi io stesso un personaggio del romanzo volendo partecipare con loro alle emozioni che provavano dimenticandomi, a volte, il ruolo di scrittore.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’emozione indescrivibile, il frutto della propria immaginazione prende sostanza, diventa reale, tangibile e non si è più il solo conoscitore di quelle trame ma bisogna condividerle con gli altri, sempre augurandosi che possano essere in tanti ad apprezzarne il racconto e soprattutto l’impegno nel creare qualcosa di interessante.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto la bozza è stata mia madre, la quale indipendentemente dal ruolo che ricopre, ha una vena critica non indifferente ed è capace di dare un giudizio oggettivo e non influenzato dal rapporto di parentela.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La trovo una novità davvero originale, la voce narrante diventa essa stessa strumento d’immedesimazione nella storia, aiuta chi ascolta ad entrare in quel contesto, ad apprezzarne sfumature che una lettura individuale e silenziosa, magari, non ci permetterebbe di cogliere. In generale sono sempre molto aperto alle opportunità che la tecnologia ci può offrire specie se questo può aiutare anche i meno avvezzi alla lettura ad avvicinarsi ad essa anche divertendosi. Inoltre c’è un aspetto, non meno importante, l’audiolibro consente a persone affette da handicap visivi o motori di poter ascoltare i libri che più gli aggradano, in quanto spesso e volentieri hanno delle difficoltà a compiere un’attività che per altri risulta sicuramente più semplice.