2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ognuno ha gusti diversi in fatto di libri. Per consigliare qualcosa da leggere bisognerebbe conoscere i gusti di ogni lettore e nel caso di un adolescente scegliere un libro da consigliare diventa ancora più complicato. È vero, comunque, che esistono delle opere senza tempo, sempre attuali per i lettori di ogni epoca. Io consiglierei "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupery, una favola dal messaggio molto profondo. Penso sia un'opera che un adolescente leggerebbe volentieri trattandosi appunto di una favola, e che allo stesso tempo dà parecchi spunti per riflettere su valori e temi importanti.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Penso sia qualcosa di negativo. Rovesciando quella che è la tendenza sempre più materialista del mondo contemporaneo, dove i beni che contano sono quelli concreti che si possono vedere e toccare, con i libri sta succedendo il contrario: dalla materialità si sta passando all'immaterialità. Il fatto è che si tratta in questo caso di sapere, di conoscenza. Essa è già stata in passato un patrimonio immateriale, ma ha rischiato di perdersi per sempre. Mi auguro che questo rischio non si ripresenti. Affidarsi a strumenti elettronici per la conservazione di qualcosa che necessita di un supporto fisico per sopravvivere non credo sia la via giusta da seguire. E poi poter sentire l'odore della carta stampata, sfogliare le pagine, appuntare note al margine penso siano dei piccoli piaceri a cui un vero, appassionato lettore non potrebbe rinunciare.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Credo dipenda dai casi. Alcuni sono più portati per la scrittura rispetto ad altri e quindi sviluppano e sfruttano da subito in modo inconsapevole le loro inclinazioni dando libero sfogo alla propria passione. Per altri può succedere diversamente: ci si può scoprire scrittori anche per caso, all'improvviso e poi decidere di continuare a coltivare questo amore per diversi motivi...scrivere, ad esempio, può essere molto terapeutico.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Innegabilmente l'amore per le bellezze storico-artistiche di Teano e il desiderio di dare un contributo concreto alla saggistica sull'argomento. In un periodo e in un territorio in cui il patrimonio artistico non è conservato e valorizzato a dovere, almeno la storiografia in merito può avere un ruolo di spicco nel tramandare la storia e le trasformazioni delle vestigia del passato.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei trasmettere la stessa emozione che ho provato io nel realizzare questo saggio. Quando si riesce a scoprire notizie su un certo argomento e a metterle insieme si diventa più consapevoli del perché certe cose sono come noi oggi le conosciamo e ci si sente arricchiti di un bagaglio di conoscenze supplementari a quelle di partenza. Forse le cose che sono sotto i nostri occhi le diamo spesso per scontate...quante volte ho guardato le due chiese di cui parlo nel libro e non le ho viste veramente? Il perché fossero proprio così e non in un altro modo non mi era chiaro, anzi, forse non l'avevo mai neanche preso in considerazione...erano due "presenze" familiari del territorio teanese, ma ciò che vedevo mi bastava. Poi, addentrandomi nello studio dell'architettura francescana, ho capito diverse cose su quei due edifici e ho iniziato a vederli con occhio diverso, come manifestazioni visibili dell'incontro/scontro tra due forze opposte che hanno finito per compenetrarsi e per diventare inscindibili, lo "spirito" e la "pietra". Ecco, credo che avere occhi nuovi per ciò che è sotto il nostro sguardo da sempre sia un bel passo avanti per la propria crescita e poi per assumere un atteggiamento più consono verso l'oggetto della nostra osservazione. Riuscire a trasmettere questo è l'obiettivo della mia ricerca.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
A dire il vero da piccola sognavo di pubblicare libri di fiabe, infatti mi piaceva molto inventare storie fantastiche con il classico lieto fine. Con l'immaginazione potevo creare tutti i mondi che volevo, essere la regista delle vite dei miei personaggi...sentivo di poter risolvere sempre ogni situazione critica e di arrivare a una felice conclusione che consentisse a tutti di vivere "per sempre felici e contenti". Inventare e scrivere mi facevano sentire felice. Poi con il tempo i miei interessi si sono rivolti ad altro e senza dubbio la fantasia aveva iniziato, ahimè, a diminuire... così, dopo aver studiato le manifestazioni artistiche del mio territorio ho pensato che dare un contributo tangibile con una pubblicazione al loro studio potesse essere qualcosa di positivo sia per il territorio che per me e quindi è iniziata questa avventura editoriale.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Episodi particolari legati alla scrittura del mio saggio non ce ne sono ma senza dubbio mi tornano alla mente occasioni e persone che vi hanno avuto un ruolo importante. Innanzitutto il nucleo del mio libro è nato quattro anni fa in occasione della mia laurea magistrale, infatti l'argomento è stato scelto in accordo con la mia relatrice, la prof.ssa Maria Gabriella Pezone. Allora mi trovavo in un periodo buio della mia vita, in cui non speravo neanche di trovare la forza per concludere i miei studi e in generale per continuare sulla mia strada... ma credo che quella forza, o meglio, quella spinta, mi sia venuta dall'alto da chi in terra mi ha lasciata ma che in realtà non mi lascerà mai. È stata una soddisfazione concludere con successo il mio percorso formativo e rendermi conto di aver avuto ancora una volta la meglio sulle difficoltà che si sono presentate. La mia tesi di laurea ha quindi per me un valore aggiunto oltre a quello di essere il mero lavoro finale di un percorso di studi. Devo aggiungere, poi, che grazie ad essa ho potuto conoscere ed avere a che fare con persone squisite che subito si sono messe a disposizione delle mie ricerche, venendomi incontro con gentilezza e grande professionalità.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Si, qualche volta mi è successo. Quando ho ripreso in mano la mia tesi di laurea per ampliarla ho incontrato molte difficoltà burocratiche nel richiedere le autorizzazioni per la pubblicazione del materiale archivistico. I tempi si sono allungati parecchio e lo sconforto a volte si è fatto sentire, tanto da indurmi a pensare di lasciar perdere tutto...ma alla fine tutto si è risolto e la cosa è andata in porto grazie a una buona dose di pazienza e al supporto dei miei cari.
10. Il suo autore del passato preferito?
Il mio autore preferito del passato è un poeta, Giacomo Leopardi. Ho trovato la sua poesia romantica molto intima, sentita, veramente vissuta. L'ho apprezzato sin da ragazzina quando l'ho studiato a scuola perché mi ha sempre emozionata leggere i suoi componimenti. Penso sia uno dei più grandi poeti in assoluto, di ogni tempo e luogo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un traguardo importante per la trasmissione della cultura. Ben vengano questi "upgrades" nel mondo della letteratura, intesa in senso generale. Tutto ciò, però, a patto che non si perda il contatto col cartaceo, che secondo me è necessario oltre che indubbiamente piacevole per chi ama leggere.