4. Perché è nata la sua opera?
È da quando avevo 10 anni che nutrivo il sogno di essere poeta e scrivere un libro ma non avevo il coraggio. Al Liceo Artistico ho incontrato la mia prof. di Lettere, Bianca Cordovani, che mi ha sostenuto molto in questa scelta.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Certamente moltissimo, dal liceo in poi ho avuto la forza di tirare fuori i miei pensieri e sentimenti perché alle scuole medie ho subito un ambiente ostile.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Prevalentemente racconto il mio quotidiano, ma naturalmente esprimo ciò che vorrei fosse la realtà che spesso non corrisponde ai miei desideri.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi tutto. Tutta la mia rabbia, tristezza, gioia, a volte anche disgusto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Quelli che mi hanno incoraggiato sono stati la mia amica Maria, i miei compagni di scuola e soprattutto mio padre.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'ho fatto leggere per prima alla mia compagna di scuola Sabrina, la mia migliore amica.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Probabilmente sì, ma io preferisco sempre il fascino della carta, il suo odore, il fruscio delle pagine.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Lo trovo utilissimo per chi ha difficoltà come me, nelle letture, ma anche per chi è ammalato o per chi avendo poco tempo, è troppo stanco per leggere. Invece della musica, un auricolare con un bel libro deve essere davvero bello.