3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stata un’opera che è servita per "sbloccarmi", prima di questa non avevo mai scritto nulla di serio ed anzi ogni storia era sempre lasciata a metà. “Scent of snow” è stato una sfida personale, ho voluto per una volta credere in me stessa mettendomi alla prova e per me, questo è già un grandissimo traguardo. Sono soddisfatta.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
È stato molto semplice scegliere il titolo e questo è abbastanza raro perché di solito è la cosa che mi tormenta di più.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Di sicuro uno dei miei scrittori preferiti, tra Charles Bukowski od Henry Miller. Entrambi hanno un modo di scrivere molto simile, crudo e rude a tratti; molto diretto. Amo le cose dirette e diverse dal comune, sembrava che le loro opere non fossero scritte per piacere al pubblico, ma solo per esprimere concetti in modo, spesso, anche scomodo... ma efficace. Scrittori così o li si ama, o li si odia.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo tutta la vita! Non c'è paragone tra uno schermo piatto ed il buon profumo di un libro nuovo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
C'è chi dice che per reputarti scrittore devi per forza pubblicare con grandi editori, io non la penso così. Essere scrittori significa saper comunicare con le persone tramite i propri scritti e poter emozionare anche una sola singola persona. Dico spesso che è stata la scrittura a scegliermi e non io che ho "intrapreso" lei, ho cominciato a scrivere dalle lontane scuole elementari; abbozzavo storielle sulle ultime pagine dei quaderni di matematica, col tempo poi è diventata una cosa molto più seria. Scrivere è la mia routine essenziale.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro è nato un po' per gioco, in realtà ho strutturato la trama non appena finite le superiori. Ero in piena crisi esistenziale, quella che colpisce quasi tutti del resto e mentre mi chiedevo se fosse giusto prendermi un anno sabbatico o meno... una notte sognai John, quello che poi sarebbe diventato il protagonista del libro, e non appena sveglia misi tutto su carta per non dimenticare eventuali particolari. Mi sembrò una buona idea, soprattutto quella di dividere i capitoli secondo i punti di vista di lui e di lei, così è nato questo libro abbastanza ironico specialmente per quanto riguarda l'immaginazione della protagonista.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione indescrivibile, come vedere un qualsiasi sogno che si realizza del resto... soprattutto ad una giovane età come la mia, mi fa ben sperare per il futuro e mi entusiasma molto.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
È stata la mia migliore amica, essendo lei una persona diretta e schietta sapevo che avrebbe detto ciò che pensava realmente sul romanzo. Per fortuna ne sono uscite critiche positive!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia qualcosa di abbastanza originale, può essere d'aiuto a molti e lo preferirei, personalmente, all'e-book addirittura. Anche se, il cartaceo resta sempre il migliore per me, quella dell'audiolibro è comunque un’alternativa valida e stimolante.