2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
A un ragazzo (o ragazza) con età tra i 13 e i 17 anni consiglierei di leggere o rileggere “Le avventure di Pinocchio”. Al riguardo, però, suggerirei di effettuare una lettura particolare del libro e cioè “illuminata” dalle interessanti considerazioni svolte sull’opera dal prof. Franco Nembrini in dieci puntate trasmesse in prima serata da Tv 2000 e rivedibili in Internet digitando le parole “Pinocchio Tv2000”. Si potrà così scoprire che “Le avventure di Pinocchio” non è un semplice libro per bambini, ma una lettura di più elevati contenuti, ora amara, ora toccante, della vicenda umana che è in perenne bilico tra l’aspirazione all’infinito e le bassezze umane compiute per inseguire un’idea sbagliata di libertà.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Ritengo che l’e-book sia destinato a svilupparsi ancora di più ed è probabile che prima o poi soppianterà il supporto cartaceo del libro. Questa, per me, non è una prospettiva positiva perché io ritengo che la lettura di un libro, specialmente se impegnativo per i suoi contenuti, richieda una predisposizione d’animo caratterizzata dalla tranquillità e dalla distensione, che conduca alla meditazione e alla riflessione: cose che, secondo me, non possono aversi davanti ad uno strumento elettronico che esalta la velocità e la sintesi.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Io penso che il vero scrittore abbia una naturale predisposizione ad esprimere in forma scritta i suoi pensieri, sentimenti e stati d’animo attraverso lo svolgimento di ipotesi articolate e ponderate su argomenti di vario genere o la rappresentazione delle gesta e degli atteggiamenti dei personaggi di un romanzo. L’arte dello scrivere, quindi, la vedo come un amore innato, oltre che non ragionato.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La constatazione del fatto che, malgrado la presenza di validi presupposti logici e razionali che indicano come del tutto plausibile l’esistenza di un Essere trascendente creatore e legislatore dell’universo, gran parte degli uomini occidentali hanno adottato (a mio giudizio stoltamente) modelli esistenziali che non tengono per niente conto di questa realtà e cioè vivono come se Esso non ci fosse. Tutto ciò mi sembra tanto più grave pensando ai grandi meriti che ha avuto il Cristianesimo nello sviluppo culturale, economico e sociale dell’intera Europa e constatando il grave degrado valoriale che è riscontrabile nelle attuali società occidentali, particolarmente in quelle europee. Il mio libro, pertanto, vuole essere un tentativo (non so quanto riuscito) per cercare di convincere le persone di buon senso e ragionevoli ad operare affinché questo nostro mondo torni a vivere secondo i princìpi morali che nel passato hanno reso grande l’Europa.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Con il libro ho inteso affermare principalmente due cose e cioè: - che per alcuni aspetti fondamentali della vita non ci sono certezze assolute, per cui, in riferimento ad essi, si può fare affidamento, allo stato attuale, soltanto su atti di fede variamente connotati in relazione alle posizioni filosofiche o ideologiche di ciascuno di noi; - che tra le diverse fedi osservate dagli uomini, ivi comprese quelle di tipo laico, quella religiosa di impronta cristiano-cattolica è la fede che presenta più consistenti motivi di plausibilità e, quindi, più delle altre merita di essere praticata.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Nel corso della mia esistenza non ho mai pensato che un giorno mi sarei cimentato nella scrittura di un libro. Debbo anche confessare che io non mi sento per niente un vero scrittore, non sono naturalmente portato a scrivere lavori saggistici, tanto è vero che quasi sicuramente l’opera che ho scritto sarà l’unica e, quindi, non ci saranno repliche. Come ho detto in precedenza, la stesura del libro da parte mia non rappresenta l’appagamento di un desiderio di scrittura, ma ha motivazioni che attengono esclusivamente alla necessità di difendere la fede cristiana attraverso considerazioni e ragionamenti di natura razionale.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Mi ricorderò sempre l’espressione stupefatta e, insieme, entusiasta di mia moglie, quando le ho mostrato la bozza del libro stampata e inviatami come fac-simile dalla BookSprint Edizioni. Essa, infatti, sapeva che ero alla ricerca di un editore per la pubblicazione del mio libro, ma non l’avevo informata che l’azienda editrice con cui ero in contatto (la BookSprint) era disposta a recapitarmi, prima della stipula del contratto, una bozza provvisoria del libro. Pertanto, la sua meraviglia è stata enorme - come, del resto, il suo compiacimento – nel vedere concretamente realizzato il risultato delle mie fatiche.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Se debbo essere sincero, questa è stata una preoccupazione che mi ha accompagnato durante tutta la stesura del libro. Ancora oggi non mi sembra possibile di avere raggiunto il risultato che mi ero prefissato. Debbo altresì riconoscere, però, che il merito della realizzazione del libro va anche ai tanti autori, citati nel volume, dai quali ho potuto attingere una non trascurabile parte delle informazioni e valutazioni esposte nell’opera.
10. Il suo autore del passato preferito?
Pirandello, per le sue tante opere ricche di substrati filosofici, attraverso i quali egli si è posto continuamente interrogativi alla ricerca di risposte definitive sul senso della vita e sul destino degli uomini.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non conosco bene questa nuova applicazione tecnologica, ma mi sembra che con tale modalità forse si alteri un po’ la natura dei libri, i quali richiedono, per essere pienamente godibili, la scoperta personale degli stati d’animo che hanno animato l’autore nella loro stesura e, quindi, un contatto diretto tra lettore e parole scritte, senza intermediazioni vocali che possono dare una connotazione delle opere diversa da quella che si avrebbe secondo la propria particolare immaginazione.