3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il significato di quest'opera per me è attuale. È presente e lo sarà sempre. Parlare e scrivere della grandezza di Dio non è semplice ma neppure difficile se lo si conosce (per grazia ricevuta) fino in fondo come accadutomi; l'opera che ho scritto sicuramente è scaturita su Sua "ispirazione": una notte, ricordo bene, quando ancora elemosinavo a Milano, mi capitò che in un momento di sconforto (pensavo a mia moglie che non c'era più), scrissi su un muro di Piazza San Babila: "È in Dio Padre ogni mio respiro perché il Suo Spirito in me vive e mi fortifica." Scrivere quest'opera per me ha un significato tale quasi quanto la grandezza di Dio!
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Sempre quando elemosinavo un giorno passò una ragazza e, dopo averle confidato che avevo scritto un libro, chiesi il suo aiuto per le correzioni di bozze in quanto intuii essere la persona adatta, (il titolo ancora non c'era). Le consegnai il manoscritto i giorni a venire e lei mi chiese quale fosse il titolo: la guardai un istante e senza alcun indugio risposi "Colpevole di amare".
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza dubbio la Sacra Bibbia, perché l'autore è Dio! E in Sua compagnia non sarei mai solo e mai mi annoierei e in quel paradiso terrestre (da Lui peraltro creato) lo inviterei a fare un bagno insieme!
6. E-book o cartaceo?
Preferisco toccare, quindi qualcosa di tangibile come la carta, che tocchi, sfogli, accarezzi e ne gusti il profumo, come le violette che in primavera spuntano qua e là colorando prati e monti dopo il freddo e il disgelo!
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Direi che è una passione innata, da sempre, fin da fanciullo, quando ancora i banchi e le aule sapevano di inchiostro e di gesso...
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho sempre fatto attenzione ai tempi che cambiano, mi "oso" definire un buon osservatore ed ero quindi attento anche agli eventi della mia vita. Tutto mi sfuggiva di mano e molti anni fa, ero giovane, incontrai un ragazzo di Perugia che girava l'Italia sperando di incontrare Dio. Lo cercava nelle Chiese gotiche romane ricche di storia e di profumo di sacralità; ciò mi fece riflettere molto in quanto da tempo ormai mi ero dimenticato dell'esistenza di Dio e mi dissi: "Un giorno o l'altro dovrò pensarci anch'io…” Sentivo spesso che Lui mi chiamava ma avevo ben altro da fare e (mi) rispondevo che non era ancora il momento, più avanti sì, lo avrei cercato, sapevo che avrei dovuto anch'io fare i conti con Dio. Poi, molti anni dopo, dopo aver perso tutto e a momenti anche me stesso, per la disperazione tentai il suicidio e mi accadde un vero miracolo, quello che ognuno di noi vorrebbe nel suo intimo. Io non credevo più a Dio, lo avevo completamente cancellato dalla mia vita ma Lui non aveva cancellato me! Mi condusse fino a Medjugorje e fulminato dalla visione della Beata Vergine Maria scrissi di getto 3 giorni dopo: "Colpevole di amare"; penso sia stata la volontà della Madre Celeste, questo libro è un messaggio di testimonianza "universale “che non potevo non scrivere.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È come se avessi un a vita in più, una prima vita che ho vissuto commettendo errori su errori e l'atra vita che grazie a Dio e alla rinascita che, anche con questo libro, mi rende forte, prende appunto "corpo" come un buon libro, dall'introduzione al suo epilogo.La mia seconda vita quindi in un libro. È una sensazione unica e speciale: una vita a più capitoli, uno più bello dell'altro!! Nonostante le mille difficoltà.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia nipote Serena, ha sempre creduto in me.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che tutto si evolva, in nome della tecnologia e del progresso ciò che è nuovo diventa poi abitudine e così avanti... penso che le generazioni del futuro faranno colazione pranzo e cena con gli audiolibri, vedo sempre più persone "digitalizzate" e (da seguace e sostenitore del cartaceo) ritengo che tra poco anche il cartaceo andrà in pensione. Peccato, non sentiremo più il profumo delle violette a primavera, anche se nel mio cuore vi sarà sempre la speranza che qualcuno voglia continuare a sentirne il profumo, sempre.