4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta è stata molto semplice quasi spontanea visto che in molti luoghi del Nepal e del Tibet il Ciai lo si prende letteralmente al di sopra delle nuvole.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza dubbio "Alce Nero parla", un libro in cui riscopro ogni volta un grande maestro di vita naturalistica e delle Cose delle Spirito.
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Durante la mia reclusione mi è capitato di leggere un libro di un ex detenuto e così è nata l'idea di poter intraprendere lo stesso percorso.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non ho un vero e proprio aneddoto ma ricordo con simpatia che gli altri miei compagni vedendomi scrivere in ogni momento della giornata, mi chiedevano quante lettere al giorno avessi da spedire a casa, e fu per lo stesso motivo che mi guadagnai tra loro il soprannome di "Prof".
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Ci sono sentimenti contrastanti: da un lato la gioia adrenalinica della realizzazione di un progetto e allo stesso tempo un po' di timore per il futuro.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio nipote Francesco che si è dedicato alla prima correzione.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un'opzione che personalmente considero strana, trovo che la bellezza di un libro sia in gran parte nella sua lettura.