2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento dedicato alla scrittura, semplicemente quando sento nella testa bussare un'idea o un pensiero, quest'ultimo rimane lì a torturarmi finché non mi metto a scriverlo.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore contemporaneo preferito, leggo tantissimi libri e molti mi trasmettono emozioni. Ci sono libri più espressivi e meno espressivi, libri con cui stringo un rapporto più o meno stretto, ma è impossibile definire un libro "il mio preferito". Diciamo che li amo un po' tutti per qualche sfumatura che li contraddistingue dagli altri. Un libro è come una persona: non esiste la perfezione, ma esistono libri che ci arrivano di più o di meno, per il semplice fatto di rispondere ad una necessità che abbiamo in un determinato momento della vita.
4. Perché è nata la sua opera?
Come ogni cosa che ho scritto non c'è una motivazione precisa individuabile. Semplicemente è nata perché inconsciamente mi martellava dentro il bisogno di esprimere qualcosa. Finora nessuna mia opera è nata da un progetto definito, ma ha preso forma a partire da sfoghi molto indefiniti.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La scrittura è la massima espressione di ciò che sono e sono fortemente convinta che ciò che siamo deriva da infiniti fattori quali l'educazione, il carattere, l'esperienza e anche il contesto sociale fa la sua parte.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Penso sia un mix di entrambe le cose. Mi spiego: se una cosa ci sta stretta o ci fa paura è un po' come un "nemico", perciò la scrittura diventa un arma per conoscere il nostro "nemico" e abbatterlo, trasformandolo in qualcosa di conosciuto e di nostro. Tanti demoni della mia vita, grazie alla scrittura, sono diventati così miei da smettere di farmi paura. Quindi credo che la scrittura ci permetta di definire la realtà per conoscerla e magari smettere di averne paura.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Penso che ogni parola contenga un po' di me, dal momento che ogni parola partorita dalla mia mente durante la stesura era nata da un mio bisogno di parlare. Non credo che riuscirei a creare qualcosa di completamente distaccato. Un libro penso sia come un bambino, ha sempre un genitore che gli ha trasmesso ciò che lo rende tale.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, sicuramente. Come ho detto anche l'esperienza ci rende ciò che siamo. E a volte lungo il cammino della vita incontriamo persone capaci di cambiarci dentro, così tanto che è inevitabile che anche la scrittura subisca gli effetti di questo cambiamento.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Finora nessuno a letto il libro al completo, ma essendo una raccolta di poesie, qualche poesia l'ho fatta leggere alla mia migliore amica e al ragazzo che ha ispirato l'intera raccolta.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Io penso che la scrittura sia sempre esistita e sempre esisterà, nelle forme più disparate. Quindi l'e-book non è il futuro della scrittura, ma semplicemente una nuova forma. La scrittura ha un futuro che prescinde dall'avvento degli e-book.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un ottimo traguardo per estendere la meraviglia della scrittura a persone con difficoltà nella lettura. È una porta di accesso a un mondo affascinante, a cui tutti dovrebbero aver accesso. L'audiolibro è come una nuova chiave per aprire questa porta: dà modo a un numero maggiore di persone di entrarvi, per godere della sua bellezza unica.