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28 Nov
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Intervista all'autore - Vittorio Pugliese

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Vengo da Pentone (un piccolo paese in provincia di Catanzaro), ma vivo a Casalecchio di Reno (BO). Sono una di quelle persone chiamate nerd (gli appassionati di videogame e PC), ma penso che lo smartphone non sia una console vera e propria. Sono molto disordinato, non amo disegnare e la moda non mi interessa affatto perché penso che tutta quell'enfasi sul look dei modelli e vip della TV sia eccessiva. Ho deciso di diventare scrittore nel 2013, quando ho provato a scrivere una fanfiction (storia che prende alcuni personaggi ed elementi da un'altra storia) sulla serie di videogame Final Fantasy, poi ho continuato e, dopo vari prototipi poi scartati, ho deciso di scrivere Tales of the Core: Katsuyori il Sopravvissuto, il primo di una duologia (il secondo è ancora in fase di lavoro).




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Dedico alla scrittura un sacco di tempo, infatti quasi tutte le ore che non passo su una console le passo a scrivere.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Non saprei, ma se anche coloro che scrivono storie per videogame possono definirsi autori, io amo Tetsuya Takahashi (colui che ha scritto la storia di Xenogears).



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera è nata perché volevo scrivere una storia come quelle dei videogame detti JRPG (che io definisco "romanzi interattivi" perché le loro storie hanno la particolarità di poter funzionare sia se giocate sia se lette).



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Pochissimo: non frequento tanta gente con la quale condividere i miei pensieri e i miei scritti.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Un'evasione dalla realtà: basta pensare al fatto che Katsuyori compie azioni che volutamente spaziano dall'illegale al totalmente impossibile. C'è da dire una cosa: che volutamente si fanno riferimenti alla realtà, che però per la maggior parte non sono significativi (Katsuyori non ama il disegno).



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Ci sono vari riferimenti a me stesso, per la maggior parte non significativi, ma che comunque sono riconducibili al mio essere e al mio vivere.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Nessuno. Ho fatto tutto da solo.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A mia madre, perché era incuriosita.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Dato che sono un amante dei PC e della tecnologia digitale penso che tra cartaceo e E-book non vi siano radicali differenze, anzi, online vanno via tutte le distanze che ci separano fisicamente, quindi l'E-book diventa anche più facile da distribuire.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È una buona idea, come un libro che si legge da solo. Il lettore, infatti, ascoltando l'audio, si sente più vicino a ciò che sta succedendo nella storia. 

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Martedì, 29 Novembre 2016 | di @BookSprint Edizioni

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