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22 Nov
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Intervista all'autore - Arturo Gnesi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Il racconto consente di non essere superficiali, di dare peso e valore al mondo che ci circonda, alle persone che incontriamo e alle cose che facciamo. La vita non può essere una banalità, una cosa scontata o peggio ancora un capriccio del destino, la quotidianità è il riflesso della vita, è la sua storia e la sua ragione, e raccontare ciò che accade fuori e dentro di noi, può dare emozione, suggestione e fascino al tempo che passa.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Questo libro è una fetta della mia vita, dell'impatto con la politica, degli incontri con la gente, dell'ascolto della sofferenza delle famiglie, della desolazione degli sconfitti e della speranza dei giovani. Un mondo che cambia a danno dei deboli, una società che in nome dell'efficienza e di un nuovo spirito tecnocratico azzera anni di storia e di evoluzione del pensiero umano che hanno portato alla conquista di traguardi importanti in cui la libertà, la solidarietà e la giustizia fossero dei valori condivisi. Da anni purtroppo gli intrecci tra affari e politica e tra mafia e potere hanno portato al declino le istituzioni e la pubblica amministrazione.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Con il mio lavoro e l'attività elettiva uno Stato sobrio ed onesto, voglio essere la voce della gente e il volto delle istituzioni, voglio dare certezze e speranze ai sogni e ai bisogni della gente.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

No è stata l'amara constatazione che il paese nonostante i tentativi e gli sforzi per ripristinare una nuova stagione della legalità e del rispetto dei diritti dei cittadini, soccombe dinanzi alle logiche dei furbi, dei potenti e degli impuniti.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Porterei "i miserabili" di Victor Hugo perché abbiamo bisogno di guardare alle cose essenziali della vita che le abitudini e la tecnologia attuale spesso deformano e rendono troppo istantanee, superficiali e passeggere. Abbiamo bisogno di memoria e di futuro e per raggiungere traguardi importanti occorre saper stringere i denti, lottare e non arrendersi mai.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo è meglio, diventa un compagno di viaggio.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

La mia non è una carriera quanto un modo per informare e formare le persone che come me vivono intensamente la realtà contemporanea, ne combattono le storture, si ribellano alle ingiustizie e tentano di difendere le ragioni del bene comune.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Una risposta al qualunquismo, a chi afferma che tanto "siete tutti uguali" perché questo è un atteggiamento che fa terra bruciata attorno alle associazioni, ai cittadini ai sacerdoti coraggiosi e agli amministratori onesti. Si può rubare e si può non rubare e questo fa la differenza nella gestione del governo di un paese.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Alla fine di tanta fatica, di ore di studio e di lettura, di approfondimenti, di cancellazioni e di rivalutazione dei testi ci si sente a metà strada perché manca il giudizio dei lettori e dei tanti amici che pure hanno sostenuto questo cammino.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia moglie che ha apprezzato l'impegno e la passione civile ma è piuttosto scettica sul fatto che le denunce o le rivendicazioni sociali possano cambiare le sorti di "un paese all'ingiù".



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Un'opportunità in più per scoprire il fascino dei libri.

 

 

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