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19 Ott
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Intervista all'autore - Flavia Campagna

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere è raccontarsi, affidare le proprie emozioni e i propri vissuti al candore di un foglio e non aver paura di aprirsi al lettore. Quando iniziai a scrivere avevo sedici anni e nascondevo le mie poesie in un cassetto. Crescendo, per fortuna, si superano certe barriere della mente e si è più propensi ad affrontare gli altri, e quindi il mondo.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Questo libro è realtà pura. La vita creativa non è affatto irreale; si crea perché si vivono esperienze e si provano emozioni autentiche. E tutto questo è reale!




3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere quest’opera ha significato prendere coscienza del fatto che tutto si rinnova, che noi bruciamo noi stessi per rinascere sotto forme nuove, che la vita è un’eterna adolescenza. Ai tempi de “Il Giardino Olimpo” pensavo che nulla sarebbe cambiato, che la vita e la creazione non sarebbero mai evase da quel giardino onirico; “Phoenix” contiene alcune poesie della precedente raccolta e si propone come un superamento della stessa.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta è stata davvero semplice: solo la fenice, uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, avrebbe potuto rappresentare il panta rei, il divenire. Non a caso non ho dato titoli alle poesie: non volevo arginare il flusso delle immagini che vengono a crearsi nella mente del lettore, cosicché la lettura possa scorrere come la corrente di un fiume.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

In un’isola deserta porterei le opere di Guido Cavalcanti: mi colpisce la sua visione tragica dell’amore e il linguaggio bellico che egli utilizza per esprimerla, prendendo totalmente le distanze da Guinizzelli. Un poeta che rompe gli schemi.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo. È sempre bello sentire l’odore della carta.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Avevo sedici anni ed ero una ragazza molto timida. Per questo amavo scrivere e creare in solitudine. La scrittura è sempre stata il mio canale di comunicazione preferito, la “corsia preferenziale” per l’accesso al mondo.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Il libro nasce dalla necessità di trasformare il dolore in bellezza, di dare forma alla sostanza dell’anima. Una persona che da un po' di tempo è entrata nella mia vita, e che è molto importante per me, mi dice sempre di vivere e di fare tutto “col mio dolore”. E il mio dolore mi ha permesso di partorire “Phoenix”.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È una sensazione bellissima, soprattutto quando ad accompagnarti verso la pubblicazione è uno staff di professionisti sempre disponibili, come quello della BookSprint.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Non ricordo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È sicuramente una bella iniziativa, al passo coi nostri tempi.

 

 

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