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BookSprint Edizioni Blog

16 Set
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Intervista all'autore - Gianni Delcristo

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Nato a Lyon (Francia) alle 14 dopo precipitosa corsa dei genitori all'hospital "Hotel-Dieu" sulle rive del Rodano... urgente. Padre Italiano, madre francese, non eran pronti ma che ne sapevo? Malgrado la fretta non sarei neanche nato? Era ormai troppo tardi. Trasferito in Italia nel novembre del '68 dai nonni paterni poi collegio statale per disperati fino alla fine della terza media. Nel frattempo, genitori già divorziati... Mia madre, scomparsa e non venne più a riprendermi come invece aveva scritto sulla cartolina che mi spedì poco tempo dopo il mio arrivo in Italia. Tra me e mio padre fu tutto un conflitto... Intrapresi il mondo del lavoro ospitato in un altro collegio e a 18 anni andai a vivere da solo.




2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Pinocchio.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Son i tempi che cambiano: dall'età della pietra all'età dell'e-book, tuttavia preferirei il cartaceo... me lo sento più comodo e credo anche con meno danni alla vista... sarà vero? Certo, l'e-book costa meno.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

La scrittura sta dentro e c'è un po' di tutto, compresi i colpi di fulmine poi ti scegli con che cosa comunicar: chi canta e suona, chi balla, chi recita, chi fa il terrorista, il rivoluzionario e in questo caso la mia bomba è il libro che ho scritto...



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

All'inizio scrissi una favoletta d'amor ma certe persone mi giudicavano mal, senza valori, come uno che andava sol a puttane... Erano invidiosi ma ne ho fatto un romanzo con parte della mia storia nella società italiana che certo non mi ha dato tanto.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Esiste il lettore? Se esiste me lo immagino come me stesso, non tanto? Ma neanche un po' fesso, sarebbe se stesso.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

La scrittura non è mai stato il mio sogno nel cassetto poiché ne avevo un altro: facevo canzoni ma la scrittura mi stava alle spalle, mi seguiva a distanza come un fantasma e nel giorno in cui non avrei più creduto così tanto nella musica, avrei preso essa come cosa già scritta, era solo in attesa ch'io la scegliessi.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Era una favoletta d'amor di poche pagine con una thailandese e la passione mi spinse sempre più oltre tra il bene e il male, indivia e invidia? L'insalata era buona ma l'invidia feriva e mi dava un po' rabbia, chi mi dava la calma? Non ero una salma, pensavo alla palma e tornava la calma... cantava l'autista e scriveva l'artista, l'autista ero io, non vi dico l'artista... ah ah ah.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Sì, considerando che dal '94 fino a oggi son passati 22 anni... Era tutto scritto con la penna a inchiostro in 7 quaderni ma non potevo presentarlo a nessuna casa editrice perché non battuto a macchina o a computer. Avevo poco spazio in casa e varie volte mi sforzavo a non liberarmene definitivamente per far spazio ad altre cose.



10. Il suo autore del passato preferito?

Purtroppo non ho autori preferiti, la vita me lo ha impedito? Ho iniziato con leggere Pinocchio in Francia poi in Italia i giornaletti di Topolino, il Monello, Tex Miller, Zagor, Devil, l'uomo ragno... qualche libro qua e là ma senza troppa passione o importanza, mi ritrovavo alla sostanza... che far della mia vita che tanto spaventava il mio futur?



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non saprei, penso che preferirei leggerlo se ancora cieco non son... con l'audio sarebbe come star in tre: io, il libro e la voce sconosciuta... Il triangolo no, non l'avevo considerato.


 

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Venerdì, 16 Settembre 2016 | di @BookSprint Edizioni

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