3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Una sensazione di riscatto da una vita monotona di lavoro nel campo finanziario; una liberazione da schemi di ordinaria realtà.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata, in certo senso, obbligatoria nei confronti di un'opera d'arte che, in sostanza è la vera protagonista del mio lavoro.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
“Il giardino dei Finzi Contini” che ha sempre lasciato in me un senso di inquietudine che ancora non ho risolto. Un autore? Ah potere interrogare Hemingway e farmi raccontare la sua vita!
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo, non ho dubbi.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Molto tardi dopo una vita di lavoro tutta dedicata alle vicende finanziarie e dopo alcuni viaggi negli Stati Uniti per approfondirle. Quindi per rifarmi una "verginità".
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea è nata da una visita a una mostra del grande pittore, proprio in una località di cui narro. Così nasce lo spunto via via irrorato da tanti lampi di fantasia.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un'emozione indescrivibile un senso di orgoglio e vanità.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Paola, carissima amica e consigliera, insegnante, a cui l'ho fatto leggere quando era ancora in bozze. Ne è stata entusiasta.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Che sia una grandissima evoluzione, perché, al di là del suo anche nel campo artistico, offre una grande possibilità ai non vedenti.