2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È presente parecchio della mia vita. Sono adolescente, quindi ancora "piccolo". Però ho sempre fatto tesoro delle mie poche e importanti esperienze di vita, come se le avessi quasi impacchettate e gelosamente nascoste. Al momento giusto, quindi quando scrivo, le apro per tradurle in pura scrittura.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Rappresenta un modo per esprimere un punto di vista: vorrei che l'umanità godesse appieno anche dei suoi più piccoli momenti di vita. Cerco, con l'opera, di fare appello ai lettori, esortandoli a rivedere sia la loro bellezza interiore, le sue mille sfumature, in modo tale da apprezzarle e conoscerle meglio; allo stesso modo ad amare questo mondo, ricco di sorprese inimmaginabili, emozionati ed uniche.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del libro è stata, stranamente, semplice. Dico stranamente proprio perché, visto il contenuto, estremamente personale e sentito, pensavo che sarebbe molto più faticoso giungere, in breve tempo, all'invenzione di un titolo. Alla fine, riflettendo davvero poco, "Riflessi D'animo" è il titolo più riassuntivo: per me queste sono le principali sfaccettature di un anima umana.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei, senza alcuna ombra di dubbio, "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni. È vero, può sembrare banale se non assurdo, ma quest'opera, su di una sperduta isola servirebbe davvero tanto. Anzitutto, è un inno alla vita, al lottare per amore e al riflettere. Per me in particolare, che sono ancora in un'età di transizione, è una vera e propria enciclopedia di vita: infatti, spesso, mi rivedo molto in Renzo; il suo essere impulsivo, quasi sbarazzino dall'abbigliamento, per l'epoca, e il suo ardente ed inesauribile desiderio di ottenere Lucia, lo porterà non solo al suo scopo, ma anche ad un lungo ed emozionante viaggio interiore, davvero indimenticabile.
6. E-book o cartaceo?
Amo molto la tecnologia, i suoi pregi e la sua comodità, e, allo stesso modo, apprezzo molto anche l'utilizzo dell'e-book. Nonostante ciò, però, l'emozione di sfogliare delle pagine, di leggere su di un libro di carta è senza paragoni. Sembra crearsi un rapporto diretto con l'autore, quasi viscerale, che non ha confini e che è, ribadisco, veramente insostituibile.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Odio ritenermi uno scrittore; è vero che sono autore di un libro, ma questo termine lo ritengo più adatto a chi ha dimostrato che il suo talento può perpetrarsi mediante più scritti e riscuotere comunque il medesimo successo. Ho iniziato a scrivere in una asfissiante notte d'estate, nel momento in cui ho sentito il bisogno di svelare i miei pensieri più reconditi e sentiti: insomma, ho creduto che non ci fosse mezzo più potente per urlare i propri sentimenti se non in una penna e in un foglio di carta.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
La mia raccolta di poesie, è una raccolta di vita, fatta da un lungo percorso. Ho sempre pensato che lo scrivere non facesse per me, tanto che soffrivo della cosiddetta sindrome da foglio bianco, oramai curata fortunatamente. I miei insegnanti, due in particolari, sono riusciti ad estrapolare dal mio cuore le mie idee. Da quel momento, avevo capito che non dovevo fermarmi: dovevo scrivere, rivelare, sfogarmi. Un aneddoto? Posso dirvi che ho scritto l'intera raccolta di quaranta poesia sulla spiaggetta del lungomare della mia amata città, Salerno.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È emozionante. Quando ricevetti la notizia che potevo pubblicare il mio libro, ero felice come non mai: evidentemente qualcuno aveva colto appieno cosa volevo dire al mondo, cosa provavo nei momenti in cui scrivevo, e il carico di emozioni che mi si era, ormai, quasi affastellato nella mente.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ovviamente mia mamma. È la persona che, più di tutte, riesce a capirmi e ad emozionarmi solo con gli sguardi. Quando mi disse che per lei, il libro, era il regalo più bello che le avessi fatto, mi si gonfiò il cuore di orgoglio e commozione.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È importante, necessaria per un mondo che si appresta a sostenere i lunghi passi della tecnologia. La cosa fondamentale, però, è che l'umanità non perda le proprie radici, dimenticandosi di emozionarsi sfogliando un vecchio libro.