2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Partendo dal presupposto che io credo fermamente nella soggettività e nell'individualità (diverso da individualismo), a grandi linee potrei consigliare ad un adolescente un romanzo contemporaneo, "Il matrimonio di mio fratello" di Enrico Brizzi. Il libro tratta della vita di due fratelli e della loro famiglia, partendo dalla loro infanzia e finendo poi nella loro età adulta. Il tutto è raccontato dal punto di vista del fratello minore. La parte più intensa dei due è proprio il loro periodo adolescenziale, descritto con tutti i suoi vortici di passioni, di delusioni, di amori, di risate e di pianti. Credo sia il libro più adatto da consigliare ad un adolescente, poiché gli permetterebbe di capire quali siano le reali difficoltà della sua età e le diverse conseguenze che deriverebbero da scelte compiute più o meno ragionate.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
Sinceramente, pongo scarsissima fiducia nella nuova piattaforma della lettura, l'e-book. Non è altro che la riflessione nel mondo della lettura di quello che sta succedendo progressivamente nella vita quotidiana. I nuovi mezzi tecnologici, smartphones, computer e chi più ne ha più ne metta, a mio parere, stanno logorando i rapporti umani. Parimenti, la nuova frontiera dell'e-book fa perdere tutta la bellezza e la poesia di recarsi in libreria, sfogliare diversi volumi, sentire l'odore delle pagine ed infine scegliere il libro giusto per ognuno di noi. Anche una volta tornati a casa, il problema si ripresenta. Utilizzando un e-book non vi è più il gusto di sfogliare le pagine viaggiando nei capitoli del libro, di sottolineare una frase o un passaggio che ci ha particolarmente colpiti. In definitiva, sono dunque contrario all'utilizzo dell'e-book.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Conoscendo la mia scrittura e, soprattutto, ciò che scrivo, ovvero poesie, posso tranquillamente affermare che la scrittura non è altro che un colpo di fulmine, avente origine dalle più disparate situazioni. Nel mio caso, una poesia può nascere da un grande avvenimento, come ad esempio una relazione finita, la conoscenza di una nuova persona o un litigio, e può nascere allo stesso tempo da una situazione di grande tranquillità. Guardare fuori dalla finestra, pensare ad una persona cara, fissare un comunissimo oggetto; per me, ogni cosa è fonte di ispirazione. D'altronde, è proprio questo il mio obiettivo, che spero di raggiungere un giorno tramite i miei libri: dar vita ad ogni situazione, oggetto, sentimento (anche i più comuni) rendendoli poesia, poesia allo stato puro.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Principalmente l'esigenza di esprimere quello che albergava nella mia testa ma soprattutto nel mio cuore. Vi è da dire però che ritengo questo mio libro un esperimento: difatti, lo stile delle mie poesie, quelle successive e non inserite nel libro, è già differente da quello utilizzato nel libro. In fin dei conti, ho solo 19 anni e tutto ciò che metto su carta per me non è altro che un esperimento, un mettermi alla prova costante, con l'esigenza perenne di esprimere me stesso.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei invitare chiunque leggerà il mio libro a pensare. Mi spiego meglio. Il mio obiettivo, come già comunicato nella presentazione dell'opera nel retro copertina, è quello di indurre il lettore a riflettere su aspetti della vita ritenuti scontati e ad imparare che di scontato nella vita non c'è nulla. Ciò che desidero per l'intera società è un abbandono della visione prettamente materiale e finita delle cose e della vita, atto ad un avvicinamento ad un modo di pensare maggiormente profondo, spirituale, ad una maggiore conoscenza di sé stessi e del mondo che ci circonda. E quale miglior mezzo, se non un libro?
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Il mondo della scrittura, come quello della lettura, mi ha affascinato da sempre, fin da quando ero un bambino. A dir la verità, però, non sono mai stato un lettore assiduo, se non fino a pochi anni fa, quando dopo la lettura di "Emile o dell'educazione" di Jean-Jacques Rousseau, ho finalmente abbracciato quest'incredibile universo, capace di regalare grandi emozioni. Per quanto riguarda la scrittura, invece, ho iniziato a mettere su carta i miei pensieri pochi mesi fa, quando ho terminato la mia esperienza politica in movimento d'ispirazione fascista. L'aver cambiato radicalmente la mia vita dopo aver messo fine a quella triste esperienza mi ha profondamente confuso ed ho trovato il modo di riordinare le idee soltanto tramite la scrittura, fino ad arrivare alla pubblicazione del mio primo libro.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La prima poesia del mio libro è nata in un modo abbastanza casuale e quasi infantile. Avevo di fronte a me un foglio completamente bianco e l'intenzione era quella di scriverci su. Dopo lunghi istanti di nulla totale, in preda alla rabbia, strappai il foglio. Non appena finito, l'idea mi venne finalmente in mente. Così, presi un pezzetto di quel foglio ormai in brandelli e ci scrissi sopra la mia poesia, con lo stesso impeto di un fiume in piena. Da allora, tutte le poesie del libro sono state scritte su pezzi di fogli strappati. Perché, in fin dei conti, sono anche loro pezzi dei miei pensieri strappati via dalla mia testa.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Si, tante volte, soprattutto quando per giorni interi non riuscivo a scrivere nulla. Mi demoralizzavo in continuazione e credevo veramente di non essere in grado di portare a termine la mia opera. Se sono arrivato qui, a rilasciare questa intervista che segue la mia pubblicazione, lo devo principalmente alla mia fidanzata, Giorgia, che nei momenti di difficoltà mi ha sempre aiutato, aumentando quella scarsa sicurezza che io nutrivo nelle mie capacità. Non a caso, il libro è dedicato a lei, oltre che ad Arthur Rimbaud, mio poeta preferito, ed alla mia professoressa di francese, che mi ha dato la consapevolezza di poter sfuggire a questo mondo grezzo e cattivo e di poter dare voce alla mia naturale propensione: la scrittura.
10. Il suo autore del passato preferito?
Come anticipato nella domanda precedente, il mio autore preferito è Arthur Rimbaud, poeta francese appartenente alla corrente decadente, personalità profondamente incompresa ed incomprensibile. Ciò che mi ha fatto innamorare della sua poesia, oltre che i temi trattati e alla vera e propria rivoluzione che lo stesso Rimbaud ha messo in atto nel mondo della poesia, cambiandola totalmente, è stata la sua peculiare vita. Basti pensare che tutta la sua opera è circoscrivibile nell'età che va dai 16 ai 22 anni. In seguito, deciderà di lasciarsi alle spalle il mondo della letteratura ed in generale tutta la cultura occidentale, trasferendosi in Africa. Arthur Rimbaud è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, capace di rivoluzionare l'intera idea di poesia, compito che neanche autori del calibro di Charles Baudelaire hanno portato mai a termine. Chapeau.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ad essere onesto, non mi sono mai informato più di tanto su questa nuova modalità di leggere, o meglio vivere, un libro. Dunque, esprimerò la mia opinione da "ignorante" in materia. Come affermato precedentemente, nella domanda inerente allo sviluppo degli e-book, ribadisco la mia idea secondo la quale l'unico modo per assaporare realmente un libro sia quello di averlo tra le mani, materiale e cartaceo. A mio modo di vedere, infatti, non ci sarà mai nessuna nuova tecnologia in grado di eguagliare la tradizione e la personalità che un buon libro porta avanti.