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BookSprint Edizioni Blog

15 Giu
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Mi scordo di dimenticarti

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nata a Lucca e cresciuta in un paesino di duemila anime della bella Val di Nievole fra ulivi, camelie e garofani, sito in provincia di Pistoia. Praticamente il tipico paesaggio di campagna lucchese, immerso tra una ricca vegetazione e il fiume Pescia, tra la collina e la cosiddetta svizzera pesciatina. Mi piace molto la campagna in cui mi sono formata come adolescente e studentessa, un po' perché' mi lega al territorio un infanzia spensierata e serena e, poi, per le mie origini parentali. Sono pure legata alla città di Lucca e di Pisa per amicizie e per l’università che comunque hanno lasciato un impronta indelebile nel mio percorso esistenziale, tra i tirocini presso l'ospedale S. Chiara e i vari domicili in affitto per ragioni di studio. Ancora oggi prediligo queste città per il vissuto universitario e per le prime storie sentimentali... hanno il potere di evocare in me la giovane donna che ero stata, le passioni degli anni novanta, i primi concorsi pubblici nel comparto sanità, le contraddittorietà e le spigolosità del mio carattere. Insomma, ero un concentrato umano discreto e ribelle nei miei anni universitari.




2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Consiglierei un libro del decadentismo italiano oppure europeo abbastanza potente ed incisivo dal punto di vista critico-letterario come lo sono stati per me i seguenti libri e autori: - “Il fu Mattia Pascal”, “Uno, nessuno e centomila”, “L'esclusa” di Pirandello - “La coscienza di Zeno”, “Senilità'”, “Una vita” di Italo Svevo - “Gli Indifferenti”, “La noia e il conformista” di Alberto Moravia - “Gente di Dublino" di James Joyce - “I buddenbrook. Decadenza di una famiglia” di Thomas Mann - “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde - “Il piacere” di Gabriele D'Annunzio.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Penso che nell'epoca della globalizzazione nel quale la società italiana è inserita, sia ormai un fenomeno editoriale imprescindibile ma non del tutto necessario, nel senso che il lettore -vecchio stampo - affezionato al formato cartaceo del libro non debba per forza uniformarsi alle tendenze dei social network, ai canali di socialità del web o di diffusione online dei vari mass media. Ogni lettore deve sentirsi LIBERO di scegliere il formato del libro che più gli aggrada e non sentirsi condizionato dalle tecnologie e dalle mode multimediali del momento storico che viviamo.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Per me è indiscutibilmente un amore ponderato del quale non si può fare a meno... forse inizialmente può scaturire come colpo di fulmine quando si è troppo acerbi per poterlo comprendere ma poi, se è vero amore, l'attrazione e l'alchimia continuano indissolubilmente come in un matrimonio. La scrittura coltivata e nutrita con letture e ispirazione diviene nel tempo un tesoro da custodire e preservare ai posteri, un patrimonio di inestimabile valore per l'autore ma anche per un pubblico mirato e attento. Il connubio che si instaura con la scrittura è talento ed arte allo stesso tempo e lo scrittore non può essere scisso dalle sue opere letterarie in quanto aventi lo stesso patrimonio genetico del genitore dal quale sono state concepite e infine partorite.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Mi hanno spinta alla stesura del libro le tante e numerose email che ho raccolto in due anni di corrispondenza epistolare che indubbiamente hanno condizionato lo sviluppo del romanzo per la parte centrale, mentre l'inizio e l'epilogo sono evoluti, distanti dalla mia realtà personale, maturati successivamente con letture di narrativa rosa che hanno dato un imprinting consistente nel mio immaginario. Invece, le mail idilliache sono sicuramente un corollario di momenti e di emozioni importanti per la svolta esistenziale che la protagonista si accinge a intraprendere seppur con motivato disincanto e ritrosia per gli eventi subiti. Le mail rappresentano sinteticamente un periodo di crescita interiore, attraversato da difficoltà serie e soggettive, da rompicapo, da dubbi e scoramenti e ancora da svaghi, musica pop e incombenze quotidiane...il tutto sviscerato con la lente d'ingrandimento della protagonista.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Il messaggio del libro si può riassumere nella tenacia e nella perseveranza di Gaia nei confronti del suo amato Marco, ovvero nel reagire d'innanzi ad un abbandono volontario e nel non darsi pace finche' tutte le questioni affettive non saranno risolte. Il messaggio è rappresentato dal coraggio di Gaia che esprime giornalmente nelle sue missive per alimentare la speranza come unica risorsa per uscire dal tunnel della disperazione e l'appropriazione di un nuovo equilibrio psichico. Sì, Gaia desidera fare chiarezza col suo uomo e vorrà riprendere le redini della sua vita a prescindere dalla scelta di Marco. Gaia ne uscirà consapevole, grintosa e soprattutto determinata.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

La scrittura ha preso coscienza nel mio Io interiore pian piano, attraverso esperienze professionali distanti dal paese natio e maturata psicologicamente in tempi antecedenti con sentimenti contrastanti a guidare le mie scelte personali e con tutta una serie variabile di intemperanze per nostalgia, distacco affettivo e solitudine. Mi sono scoperta recettiva alla scrittura essenzialmente con la sofferenza, con la lontananza dagli affetti e con tutte le incoerenze possibili dell'essere donna. Ho iniziato a scrivere versi poetici per diletto e quando ero motivata e ispirata per mie questioni personali o per lo più in periodi tristi, caratterizzati da sconforto, inquietudine e confusione. Io scrivo per dare un senso al mio vivere, passato e presente e, soprattutto, per sfogare appieno la mia vena poetica e narrativa.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Sì, ricordo con piacere le mie evasioni temporanee sulle Mura a Lucca dalla routine incombente e dallo stress delle reperibilità notturne in ospedale e, pure, i pomeriggi d'inverno dedicati alle mail o alle pulizie in casa con il volume della musica a palla e, infine, le mie passeggiate distensive in aperta campagna, immersa tra i profumi, i suoni e i colori pastello della primavera. Ci sono stati anche giorni pieni di pioggia interiore, di tormento e di afflizione ma poi anche giorni primaverili, pieni di buoni auspici e di risveglio dal letargo invernale che hanno contribuito al coraggio di Gaia per andare avanti malgrado tutte le avversità.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Qualche volta ci ho pensato! Soprattutto quando il libro era ancora in fase progettuale e non aveva un abbozzo organizzativo vero e proprio... Ai miei occhi, risultava un ibrido informe e fin troppo emozionale dal mio punto di vista. Poi, mano a mano che l'assetto del romanzo prendeva spessore e forma, mi sono rincuorata e rasserenata per la fiducia che ci riponevo ma vivevo ogni fase della stesura con trepidazione e apprensione. Infatti, anche coi miei figli, mi scopro ancora adesso che sono teen-ager, una mamma vigile, apprensiva e abbastanza invadente su certi loro comportamenti non proprio corretti. Per dirla tutta, devo dedicare alla scrittura, anima e cuore altrimenti divento pignola e critica sui contenuti, sul lessico e sulla sintassi. Per affinare le accuratezze linguistiche e lessicali, mi calo nella scrittura in tempistiche differenti e con concentrazione più mirata e selettiva rispetto ai primi approcci.



10. Il suo autore del passato preferito?

Il mio autore preferito è stato per diversi anni (almeno fin dal suo esordio) Fabio Volo con quasi tutti i suoi romanzi, poi è stata la volta di Maria Venturi, poi di Marc Levy, di Albert Espinosa, di James Patterson, di Daniel Glattauer e tanti altri recensiti da riviste letterarie on line. Attualmente non preferisco un autore in particolare, ma dedico un certo riguardo e una certa attenzione ai nuovi scrittori e scrittrici esordienti o emergenti che si accingono come me al mondo dell'editoria. Psicologicamente mi sento più affine a quest'ultimi e alle trame che scrivono con risvolti sentimentali e caratteriali per lo più originali e intriganti mentalmente. Devono essenzialmente smuovere e stuzzicare la mia curiosità intellettiva.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

L'audiolibro lo trovo uno strumento tecnologico allettante e d'avanguardia ma io rimango del mio pensiero “pioneristico” fondato sul fascino della carta stampata e, quindi, sul formato cartaceo del libro. Probabilmente perché' appartengo ad una generazione ancora tradizionale dal punto di vista tecnologico... io stessa non sono una patita dei numerosi social network esistenti sul web e mi ritengo un po' preistorica in quest'ottica... forse lo sono di sicuro per le generazioni del duemila ma preferisco assai i vecchi usi e costumi inculcati dai miei genitori a quelli attuali, seppur innovativi e di moda.

 

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Mercoledì, 15 Giugno 2016 | di @BookSprint Edizioni

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