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19 Mag
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Intervista all'autore - Giorgio Orrù

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nato a Cagliari 68 anni fa e per quasi 40 ho fatto l'insegnante di lettere. Attualmente risiedo ad Iglesias nel sud ovest dell'isola importante centro minerario per i numerosi bacini metalliferi.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non c'è un preciso momento in cui scrivere, se arriva l'estro l'idea qualunque ora va bene per mettere nero su bianco quanto hai nella testa e nel cuore e poi lasciare libere le emozioni di vivere prendere forma nella scrittura.




3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Oriana Fallaci, Enzo Biagi, anche se sono diversi gli autori italiani e non che prediligo, per vari motivi, mi limito a citare loro tralasciando ahimè coloro che hanno avuto un ruolo predominante nella mia formazione culturale ed umana in particolare.



4. Perché è nata la sua opera?

Il bisogno di raccontare un qualcosa che era dentro me e che voleva emergere ed arrivare al cuore, la mente di chi avrebbe letto il mio lavoro che parla finalmente di amore, un sentimento spesso abusato e non sentito dentro profondamente.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Mi ha formato dentro l'attesa di raggiungere un obiettivo, la passione, al volontà di costruirmi dentro e saper cogliere quanto mi veniva offerto senza pretendere mai nulla, mentre oggi si vuole a tutti i costi subito qualcosa senza sacrificio ecco i sacrifici, le rinunce hanno forgiato il mio carattere grazie anche al tipo di studi fatti che se tornassi indietro rifarei come il liceo classico la facoltà di lettere attinenti moltissimo al mio modo di sentire pensare.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Entrambe le cose, è anche ridipingere la realtà di oggi, ieri con un alone diverso più addolcito o crudo a seconda della storia che si scrive... evadendo in un mondo tutto personale.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Tanto, del resto ogni scritto ci rappresenta qualunque sensazione, sentimento, è ciò che noi proviamo ed esterniamo dentro una storia, un racconto. Praticamente ci si mette a nudo davanti a chi legge.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Mia moglie che, purtroppo, ho perso nove anni fa e che mi ha ispirato la storia per quello che è stata e sempre sarà...



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Solitamente ricorro ad amiche, perché ritengo le donne attente, perspicaci e sincere nei giudizi, quindi anche per “Senza cuore” ho fatto leggere, in fase di stesura ,ad una cara amica, della quale mi fido tanto.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

La tecnologia sta compiendo progressi impensati e un certo tipo di informazione legate al business conduce verso il ricorso al libro digitale anche se fa accantonare il libro tradizionale figlio di secoli e secoli con le sue pagine ingiallite dalla storia scritta e andata oltre le mura del tempo e del silenzio lasciandoci ricordi e profumi di quelle storie lette, sfogliate e fermate col mai dimenticato segnalibro.


 

 

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