2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È scritto nel proemio del libro: “Sappiamo che reale e immaginario, storie e finzione sono una specie di “continuum”. Per ricordare, per capire la realtà, infatti, serve l’immaginazione e per immaginare qualcosa, bisogna usare la memoria. Il confine è opaco. Questo non significa che tutto è reale e tutto è immaginario contemporaneamente, ma piuttosto che per comprendere il mondo è necessario raccontarlo. Le risposte non sono mai semplici”.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest’opera ha significato per me farmi prendere dalla nostalgia per ciò che tanti anni prima volutamente avevo abbandonato, trascinandolo nell'oblio e nella dimenticanza. È stata sufficiente, però, un telefonata di un vecchio amico per ricordare un passato coerentemente vissuto.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta è quasi stata immediata.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me un'opera autobiografica in XIII libri di Agostino d'Ippona scritta intorno al 400: “Le Confessioni”. Il perché è dato dal fatto che in essa, sant'Agostino, rivolgendosi a Dio, narra la sua vita.
6. E-book o cartaceo?
Amo e non posso fare a meno del cartaceo ma non disdegno e-book, al quale già mi sono abituato, vedendone l’utilità.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Una carriera non credo che lo sia. Come già ho detto ho scritto sempre. Per me è stato ed è sempre un piacere. Prima ho scritto per gli altri, adesso scrivo per me stesso.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Lo prendo a piè pari dal mio libro: “…Ovviamente il telefono finiva a terra; finalmente, dopo aver vinto la battaglia, riuscivo a rispondere. Una voce smaccatamente siciliana si rivolgeva a me: era la voce di un amico d’infanzia, che non sentivo né vedevo da mezzo secolo. Tutte le cose che ci siamo dette in quella lunga telefonata erano tutte tracce, segni lasciati, poggiati con forza sul mio subconscio, che richiamavano il “luogo natio”, i genitori, i fratelli, la mia casa, le ore dell'amicizia che scaldavano il cuore, che attraversano il tempo e facevano parte del nostro vivere. Dentro ognuno di questi ricordi, così come per il pane di ieri, c’erano tante cose: c’era un senso esatto dell'esistenza. C'era un guardare avanti e una parola per la vita di ognuno di noi."
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una grande soddisfazione.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un mio caro amico.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso tutto il bene possibile. Sapere che un audiolibro può essere ascoltato su un pc, su un tablet e su uno smartphone e, grazie alla connettività Bluetooth, persino nelle automobili, ritengo che sia un grande risultato tecnologico.