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BookSprint Edizioni Blog

21 Dic
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Intervista all'autore - Vito Volpicella

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato e cresciuto a Bari. A 8 anni sono rimasto orfano di padre, a 9 sono andato in collegio a Porto Cesario, dove è cresciuto di più il mio amore per il mare infatti il collegio era proprio in riva a una baia fuori dal paese. A 11 anni son passato al collegio salesiano di Bari. A 14 sono andato con la famiglia a Milano, dopo qualche anno siamo tornati a Bari. A 19 anni sono andato via di casa. Volevo andarmene prima: ma mia madre riusciva sempre a bloccarmi.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

A un adolescente consiglierei di leggere “Peter Pan”.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Il cartaceo è il modo più romantico per leggere un libro. Ma perde colpi. Il mondo diventa sempre più velocizzato e anche il modo di leggere.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

La scrittura è un amore che ti penetra piano, leggendo o stando vicino a uno che scrive. Raccoglie tutta la tua fantasia e la voglia di ribellarti.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Volevo scriverlo da tempo; l'ho interrotto molte volte. C'è dentro la mia vita "una parte" . Ho voluto dimostrare ambienti di lavoro diversi in una Italia divisa. Come direttori, responsabili capaci che mantengono l'armonia e la produzione di una Azienda. Mentre l'incapace crea l'opposto.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Leggere, è riconoscersi ed amarsi. Il mio messaggio è che il diritto è sacrosanto e il dovere viene subito dopo. La vita è fatta di rispetto, chi viene meno, tradisce prima se stesso, e poi tutto ciò che ha intorno: persone e cose. E per essere felice non ci vogliono tanti soldi ma un po' di intelligenza.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

In collegio ero un bambino triste e contemporaneamente terribile. Poi ho conosciuto meglio il vice direttore, faceva il professore, ed era anche l'assistente dei più grandi. Io gli ho dato filo da torcere, venivo punito e pensavo che era un uomo cattivo. Poi quando sono passato nella sua classe l'ultimo anno ho capito che era un uomo eccezionale, quanto ci amava, ed era un poeta il professor Carrino. Penso che ho preso da lui la voglia di scrivere poesie. All'inizio scrivevo solo canzoni che cantavo in un complessino di Bari. Poi m'è venuto la voglia di scrivere, volevo fare sceneggiatura e regia.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Quando abitavo in campagna, d'estate non vedevo l'ora che arrivava il venerdì, stavo la notte intera a scrivere seduto nel giardino, e il cane veniva a mettersi sotto le gambe.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Sì; pensavo che non l'avrei mai finito, come alcuni altri libri lunghi che ho interrotti. Ma dopo aver letto la Bibbia più volte, ho trovato la volontà di portarlo a termine.



10. Il suo autore del passato preferito?

Come scrittore Hemingway, come poeta Neruda, poi mi piacciono gli scrittori della bit generation.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È un modo comodo per leggere-sentire un libro anche a tempo perso. Ma tra il sentir leggerlo e leggerlo si perde parecchio.



 

 

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