Mi è sempre piaciuto dipingere e ho avuto la voce di tenore come dono naturale ma non ho mai approfondito lo studio della musica, con mio grande rammarico. Il mio tempo lo utilizzavo per la lettura di riviste scientifiche, di libri necessari ad esaudire la mia sete di conoscenza e per dare lezioni private agli studenti che avevano bisogno di essere aiutati specialmente nella matematica. In questo modo aiutavo i miei genitori e riuscivo a soddisfare le mie esigenze economiche che consistevano nell'acquisto di libri, nell'uscire con i miei amici, nell'andare a cinema e a mare nei periodi estivi. Sono stato sempre molto attratto dal mare e dai suoi fondali. Sono nato a Portici (NA) e non ho mai cambiato residenza anche se tutte le mie attività le ho svolte a Napoli. Ho iniziato a scrivere diciotto anni fa quando capii che era arrivato il momento di mettere nero su bianco delle mie riflessioni ricavate dalla conoscenza con la gente.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nelle prime ore della giornata e nelle ore serali ed anche quando sento la necessità di descrivere le mie riflessioni sui miei sogni che, generalmente, mi anticipano i fatti che mi capitano il giorno dopo oppure in quelli successivi. Mi capita anche di capire la logica di come avvengono i fatti della vita nel mondo, nei giorni immediatamente seguenti oppure in quelli più lontani e queste percezioni mi hanno aiutato a svolgere la mia attività finanziaria e anche di capire i problemi della gente e di come poterli aiutare.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Eugenio Scalfari.
4. Perché è nata la sua opera?
È stata pensata da quando ero molto giovane ed è nata dopo che ho capito che l'umanità era entrata in un periodo di difficoltà. Ho pensato che una più attenta riflessione sul valore che bisogna dare alla vita di ciascuno di noi e al rispetto di quella di tutti i viventi di questo mondo fosse diventata indispensabile.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo. La mia sensibilità mi ha spinto ad interessarmi dei problemi che hanno provocato lo svuotamento dell'anima di un numero sempre più elevato di persone che sono rimaste vittime della loro emarginazione dalla vita e che si sono allontanate dalla fede in Dio.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo per raccontare la realtà che a molti è sconosciuta.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutta la mia vita, i miei sentimenti, i miei sogni di ogni notte, le mie sofferenze per le persone che si ammalano, che hanno bisogno di aiuto ma pochi lo capiscono, per l'uccisione di tanti innocenti che avevano avuto il dono della vita e che gli è stata tolta contro la legge di Dio.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, ma in maniera spirituale. Io penso che sia stato il mio angelo custode.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei amici dei quali mi sono fidato di più, ma non mi riferisco a quello attuale ma ad una prima stesura precedente, molto artigianale. Ho fatto leggere il saggio attuale ad un mio amico professore di filosofia al liceo il quale mi ha anche esortato a portarlo a termine.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Io preferisco la scrittura cartacea. Io amo i libri e ne possiedo tantissimi. Li leggo quando li compro e li metto nella mia libreria in attesa di riprenderli quando ho bisogno di leggerne delle loro parti. Ne ho regalati molti ai miei figli quando si sono sposati. Tuttavia l'e-book fa parte del futuro e molti lo preferiscono.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sarà un aiuto per tanti lettori che hanno problemi di vista e per coloro che lo preferiscono per un motivo di comodità.