3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Soddisfare il bisogno di comunicare a tutti che non esistono età inutili. Far sapere a chi legge che la felicità è sempre possibile, a tutte le età. Il segreto sta nel non pretendere che in una determinata stagione della vita ci sia la felicità possibile in una stagione diversa, perché ogni stagione è unica nei limiti e nelle risorse. Esiste una felicità che si può provare solo nella quarta età. Essa è un volare alto che nasce dal riuscire a individuare ogni giorno una nuova zavorra e dall'avere il coraggio di buttarla giù. Quello che si dava per scontato diventa un dono, quello per cui ci si affannava diventa marginale.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il concetto è stato chiaro fin dal primo momento, dopo aver cercato tra varie ipotesi.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Il vangelo, perché è il libro più completo che sia mai stato scritto. La storia, le passioni, il bene e il male, la gioia e il dolore, l'umano e il divino, sta tutto in quelle poche pagine.
6. E-book o cartaceo?
Entrambi. Sono abituata al cartaceo, ma mi è piaciuto leggere qualcosa su di uno schermo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai pensato a una carriera di scrittore! Scrivevo quello che pensavo, o sentivo, o riflettevo, o vedevo. Tutto qui.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Avevo dato a mia figlia il primo scritto, a penna su una pagina staccata da un quaderno, dicendo: "Vedi cosa mi è venuto in mente questa mattina mentre prendevo il caffè?". Mi sono vista restituita la stessa pagina, stampata su un semplice foglio A4. Mi è piaciuta, e così ho di nuovo scritto le riflessioni che mi venivano in mente in quei giorni. Poi mia figlia si è presentata con un pc e ho impiegato del tempo a capire che era per me. Dopo averle detto che era matta (avevo 90 anni circa), ho toccato il mouse e ho scoperto che si collegava al cursore e ho detto: "Ma allora lo posso usare!" È stato un piacere scrivere sulla tastiera con due mani, e così ho iniziato a scrivere sempre più frequentemente.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Piacere e sorpresa!
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
I miei figli.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ne so niente.