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BookSprint Edizioni Blog

15 Set
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Intervista all'autore - Luigi Claudio Viagrande

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nato a Catania, in Sicilia, e da quando ho memoria sono sempre stato interessato alle arti creative. Posso affermare che nulla abbia influenzato la mia vita più dei videogiochi, soprattutto quelli con una forte componente narrativa. Adoravo, e adoro ancora, osservare l'evolversi delle vicende in un videogame, lasciarmi emozionare dalla fantasia dello sceneggiatore. Crescendo, ho deciso che avrei voluto provare ad emozionare gli altri, allo stesso modo con cui una storia ben scritta emozionava me. Così ho cominciato a giocare di ruolo in ogni sua forma: dal vivo, cartaceo e testuale.

Il gioco di ruolo è, secondo me, uno dei mezzi più potenti per sviluppare la fantasia; creare un personaggio dal nulla, costruirgli una storia e farlo vivere in un mondo inventato è un modo per indurti a pensare in maniera non canonica, come un'altra persona. In quel momento non sei più te stesso ma diventi l'uomo, o la donna, da te creata, con i suoi pregi e difetti, vizi e virtù e, cosa fondamentale, obiettivi. Non mi bastava, volevo di più. Ho notato che i miei personaggi hanno fatto emozionare molte persone con cui ho giocato; allora mi sono detto: perché non provare a scrivere un libro? Perché non provare ad emozionare molte altre persone con il frutto della mia fantasia? Perché devo limitarmi a creare personaggi per un gioco di ruolo? Avevo diciotto anni quando me lo domandai. Adesso ne ho ventotto e mi sento pronto a far conoscere il frutto della mia fantasia ad altre persone. 

 




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Dipende. Nei giorni lavorativi sfrutto la pausa pranzo e la sera, dopo il lavoro. Nei fine settimana cerco di scrivere molto di più avendo più tempo; di solito comincio nel primo pomeriggio per finire la sera prima di cena. Tuttavia, cerco di annotare ogni idea che mi passa per la mente a prescindere dal momento della giornata.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Stephen King. Lo adoro, non solo per le storie che racconta ma anche per il suo stile narrativo. Credo che nel suo stile ci siano determinati meccanismi per catturare il lettore che vengono sfruttati anche nelle meccaniche dei videogiochi. È un genio sotto tutti i punti di vista.



4. Perché è nata la sua opera?

Come spiegato, volevo creare qualcosa che emozionasse le persone. La saga di "Ancients" nasce dalla coniugazione tra il fantasy e la fantascienza. È un grosso progetto; ho in cantiere molte altre idee per questa mia opera ma non voglio rivelare molto, solo che la porterò avanti con dedizione, amore e pazienza.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Ho sempre vissuto a contatto con persone interessate al gioco di ruolo o, comunque, abituate ad apprezzare le opere di fantasia. Ho frequentato la facoltà di Informatica all'Università degli studi di Catania e ho trovato molti colleghi con le mie stesse passioni.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Entrambe. Mi spiego meglio; per me, scrivere è un modo per prendere la realtà che mi circonda e modificarla secondo le mie preferenze. In questo modo racconto una realtà alternativa, fantastica. Un modo di raccontare la realtà pur evadendola in molti dei suoi aspetti.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Molto. Si parla di amicizia e posso ben dire di aver conosciuto, e conosco tuttora, persone fantastiche, amici, fratelli e sorelle. Si parla di mistero, di amore, di sentimento. Ho conosciuto tutto questo e ho voluto trasmetterlo agli altri con parole mie. Si parla anche di Informatica in un modo comprensibile anche a chi non conosce bene la tecnologia.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Quando prima parlavo di amici non lo facevo a caso. Con un gruppo di amici (Mario, Gianluca e Gabriele) ho voluto testare, prima di scriverla, l'ambientazione di "Ancients". Ogni settimana giocavamo di ruolo la sera e loro interpretavano i loro personaggi e li facevano muovere all'interno della mia ambientazione. Ogni loro sorriso, ogni sguardo stupefatto, incuriosito, anche la tristezza che provavano in determinati momenti era una vittoria per me perché mi ha fatto capire che la mia opera poteva risultare vincente.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Si chiama Eleonora ed è una mia cara amica. Lei ha letto per prima il romanzo mentre lo stavo ancora scrivendo. Mi ha dato preziosi consigli che ho accolto con gioia perché erano i consigli di una lettrice, non di un tecnico. Ogni capitolo che finivo lei lo leggeva ed è stato molto importante per me vedere come le mie parole riuscivano ad emozionarla e catturarla. Sebbene non abbia parlato di lei nella domanda precedente, anche lei è stata fondamentale per la stesura.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Non il futuro ma un completamento. L'e-book rende disponibile un libro senza doversi spostare da casa, oltre a facilitarne la lettura senza doversi portare dietro un libro che può essere anche molto grande.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Una buona idea; avvicina la letteratura a quelle persone che, purtroppo, non vedono.



 

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Martedì, 15 Settembre 2015 | di @BookSprint Edizioni

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