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07 Set
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Intervista all'autore - Grazia Biadi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nata a Portovenere (SP), però ho influenze francesi da parte di madre e venete da parte di padre. Mi è sempre piaciuto scrivere, sin da piccola, i miei temi sono stati lodati e a volte anche premiati. Però io non pensavo a me come scrittrice, mi sentivo pittrice. L'idea di cercare un editore mi è venuta quando, dopo otto mesi di ospedale ho terminato il romanzo "Al di là dell'Arno".



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Di notte, perché soffro di insonnia.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Oriana Fallaci. Mi piace come scrive, come donna e come si pone al mondo. Per me è straordinaria!



4. Perché è nata la sua opera?

Quando ebbi l'aneurisma e mi ritrovai ferma ed impossibilitata a muovermi, terminai in ospedale il primo romanzo "Al di là dell'Arno". Lo terminai per nostalgia, credendo che non sarei più ritornata a Firenze, dato che ero in carrozzella.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Molto, perché sentivo mia madre studiare i classici. Ero del lettino con le sponde e avevo tre anni quando sentivo declamare Dante, Ariosto, Manzoni, D'annunzio. Mi sono nutrita di libri fin dall'infanzia.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Scrivere per me è prima di tutto un emozione dell'animo. La maggior parte dei miei scritti fino al 1980 sono poesie (circa 400), le altre le ho scritte dopo il 1996. Ho iniziato dal 1980 a scrivere dei romanzi che rimanevano incompiuti. Erano delle storie in cui c'era molto di me, i miei pensieri, le domande che mi ponevo, i quesiti che non riuscivo a risolvere, era un modo per scaricare la tensione dal lavoro.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Tutto! Perché i pensieri e i dialoghi di Silvia sono i miei. come diceva Flaubert: "Emma c’est moi" io dico: "Silvia c’est moi".



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Si! Mio marito che mi è stato sempre vicino.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A mio marito Franco, che mi ha seguito e consigliato per tutta la stesura.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Si! Per una parte dei lettori può essere giusto (giovani come mia figlia: lei ne è innamorata), ma per me il cartaceo rimane sempre un emozione da leggere, conservare, assaporare ed anche rileggere.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Penso che sarà il futuro, può anche essere utile per persone non vedenti. Però avere in mano un libro, dia delle emozioni diverse che ascoltarlo.  

 

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Lunedì, 07 Settembre 2015 | di @BookSprint Edizioni

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