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17 Ago
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Intervista all'autore - Carmelo Ioselli

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono delle domande estremamente difficili a cui rispondere! Provengo dalla Calabria e mi sono trasferito a Salerno per studiare, e poi avendo vinto un concorso nell'esercito, ho vissuto praticamente un po' dappertutto! Io non mi ritengo uno scrittore ma semplicemente uno scrivano che tende il più possibile a poter essere, un giorno, dichiarato scrittore. So con precisione quanto ho deciso di incominciare a scrivere perché coincide esattamente al momento in cui mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla! Ho rifiutato nella maniera più totale l'idea della disperazione o dell'abbattimento morale ed ho deciso di combattere la SM scrivendo tutto quello che mi passava per la testa. Forse non è molto nobile ma, in ogni caso, mi ha aiutato a non crollare.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

La sera è, ogni qual volta penso di avere qualcosa che merita di essere scritto, se non altro, per non dimenticare.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Camilleri.



4. Perché è nata la sua opera?

Perché come già detto nella risposta alle domande poste all'inizio, devo ringraziare la sclerosi che mi ha dato la volontà di combatterla nella maniera più logica possibile e più pagante per la mia volontà di vivere la vita al meglio!



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Credo che il contesto sociale nel quale ho vissuto, abbia influito in modo estremamente positivo per la qualità degli amici che ho avuto la fortuna di avere, per non parlare, naturalmente, di una famiglia che mi è stata sempre vicina in ogni occasione sia bella che difficile. Spero che la stessa fortuna possano averla tutti quelli che si trovano, o che dovessero trovarsi in futuro, in una situazione come quella che ho descritto.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Un modo per raccontare la realtà, specialmente quando essa dovesse fare di tutto per rendersi indigesta. Naturalmente, la capacità di digerirla più o meno facilmente, dipende dalla fortuna che abbiamo avuto, di avere intorno a noi delle persone che sono riuscite a cogliere di noi quello che di meglio abbiamo.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Praticamente tutto.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

La mia professoressa del liceo scientifico della quale, ringraziando la sclerosi multipla, non riesco in nessun modo a ricordare il suo nome. Posso soltanto, essendo morta da qualche tempo, chiederle scusa per questa mia dimenticanza sperando che, ancora una volta, possa capirmi così come ha fatto mentre insegnava a me e a tutti i miei colleghi del liceo scientifico a Salerno.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Ad un mio amico che è riuscito a sopravvivere all'esperienza. Anzi, devo dire, mi ha fatto anche le sue congratulazioni. Certa gente se le va proprio a cercare!



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

No, perché il fascino del libro è inimitabile e credo che sia destinato a sfidare l'offesa del tempo per l'eternità.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

È un problema che non mi sono posto perché io, così come si può desumere dalle risposte che già ho dato, sono innamorato cotto dei libri da leggere e non da udire!!


 

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