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12 Ago
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Intervista all'autore - Nadia Battiston

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Per me scrivere è una evasione dalla realtà, pur tuttavia romanzando fatti che accadono quotidianamente nella mia vita oppure che ho vissuto nel passato. È un modo di raccontarmi e raccontare ciò che prova la mia anima penetrando e perforando chi mi sta di fronte perché sono consapevole del fatto che chi ha il coraggio di mettersi a nudo riesce a spogliare anche chi gli sta difronte dalla maschera che indossa in quanto attraverso la lettura ciascuno può immedesimarsi senza vergogna alcuna e senza paura di essere giudicato. L'emozione che provo nello scrivere è un grande senso di libertà, come se le pareti non esistessero. Mi sento cittadina del mondo, senza confine alcuno.




2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Ci sono alcune episodi che mi appartengono e altri che non mi appartengono più. Dentro nel romanzo ci sono anche molte emozioni che ho vissuto in prima persona condividendole con persone che amo profondamente. La mia convinzione è che quando si ama profondamente si diventa parte anche della vita di queste persone e per questo alcune delle loro esperienze in qualche modo sono diventate anche mie.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

È stato coronare il mio sogno di una vita. Un po' come fare un salto nel buio, ho chiuso un capitolo di trenta anni di vita per aprire una nuova porta su un mondo che ancora non conosco; mi sento in qualche modo di nuovo bambina. Il mondo è li fuori che mi aspetta e io pronta per andarlo a conoscere. Scrivere questo libro è stata una rivincita nei confronti di chi non ha mai creduto in me.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Non avevo nessun dubbio sul titolo; non avrebbe potuto intitolarsi diversamente.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Io vorrei avere con me Paulo Coelho perché è uno dei miei scrittori preferiti e con lui sarebbe ogni giorno come leggere un libro senza bisogno di carta e penna. Sicuramente i suoi libri mi hanno ispirato nella stesura dei miei e mi auguro un giorno che anche lui legga uno dei miei libri.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo senza alcun dubbio.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Ho deciso di intraprendere la carriera di scrittrice un anno fa in un momento in cui ho voluto dare un calcio a tutto il mio passato. Ho deciso tutto ciò un giorno qualunque, in presenza di due amiche che non posso definire solo amiche ma sono per me sorelle. In quel momento la fiducia che mi hanno trasmesso mi ha dato la forza di farmi coraggio e forse senza di loro non lo avrei mai fatto: Deborah e Conny. Grazie non basta.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Questo libro è nato in un momento in cui decisi di buttare fuori rabbia e repressioni legate al passato mio e di una persona a me molto vicina. La particolarità di questo libro è che venne scritto nelle frazioni di piccole pause nella confusione della mia vita di parrucchiera in un negozio e con due bambini piccoli. È stato completato in otto mesi molto complicati e sofferti ma ci sono stati anche attimi di risate ed evasioni dalla realtà che mi hanno aiutato a trovare molti spunti per particolari del mio romanzo.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È una sensazione di pienezza, è commovente. Sono attimi di esaltazione ed anche di paura perché quando si sta dietro ad un computer ci si sente in qualche modo protetti, ad opera compiuta si è costretti a guardare in faccia chi legge il tuo libro e ciò ti fa rendere conto del fatto che devi affrontare anche le critiche .



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Giulia, che mi anche molto aiutato visto il mio difficile rapporto con il mondo computer. Preferisco di gran lunga carta e penna e per onor del vero è nato proprio sui dei quadernoni.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Decisamente un libro me lo devo leggere io perché quando leggo ascolto le mie emozioni e quindi in questo modo non ci riuscirei mai a viverlo. Sarebbe per me una cosa meccanica e fredda.



 

 

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