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11 Ago
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Intervista all'autore - Giovanni Fenu

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere rappresenta un'occasione per poter esternare tutto ciò che, a causa della mia timidezza, non riesco spesso ad esprimere a voce. Allo stesso tempo scrivere è un mezzo attraverso il quale riesco, almeno per un po', a sentirmi davvero libero, non vincolato a scadenze o altri "paletti".



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Trattandosi di un saggio storico, nulla.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere questo libro ha significato molto per me, è stato un modo, nel mio piccolo, per rendere omaggio a tutti quei ragazzi, uomini italiani (ma in generale a tutti i combattenti della "Grande Guerra") costretti a combattere una guerra loro imposta e che, una volta in prima linea, affrontarono con coraggio e altruismo.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

È stata semplice: sin dal primo anno di Università avrei voluto fare la Tesi sull'Italia nella prima guerra mondiale (cosa poi non realizzatasi,) e, pensando al sacrificio di tante giovani vite e al "mito" del Piave, decisi che il titolo di tale eventuale tesi sarebbe stata "I ragazzi del Piave".



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Ci sono diversi autori e libri, la scelta non è facile; di certo tra questi porterei "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi, "Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu, e molte delle opere di Giovanni Verga e Pirandello. Ma in realtà sono tanti i libri che porterei!



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo.

7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Sinceramente non mi sento scrittore, quanto piuttosto uno a cui piace scrivere o almeno provarci!



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Come detto l'idea parte da lontano, dai tempi del primo anno di Università; pensare a quei valori e a quel senso di sacrificio che mostrarono i nostri soldati nella "Grande Guerra", contrapposto a una diffusa "crisi morale" presente oggi nel paese, mi ha spinto a voler rendere nel mio piccolo omaggio ai "ragazzi del Piave".



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

È una bella soddisfazione, il punto di arrivo di un'idea e di un progetto che giorno dopo giorno, come una piantina, finiscono col prendere forma.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

In realtà l'unico ad aver letto (e riletto) l'opera, sono stato io, quindi mi auguro ora che anche gli altri possano avere questo, spero, onore!



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sinceramente non la trovo molto interessante; la trovo ottima per chi, magari non vedente, vuole comunque poter "leggere" un libro. Altrimenti penso che tolga molto del fascino della lettura, il leggere e immaginare quanto scritto nelle pagine di un libro, il crearsi mentalmente le diverse scene narrate.



 

 

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