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11 Ago
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Intervista all'autore - Paolo Paolicchi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nato a Pisa città che amo molto e nella quale ho sempre vissuto. Sono sposato, ho due figlie e da poco sono diventato nonno. Fino all'anno scorso ho lavorato come medico di famiglia con passione, ora sono in pensione. Non ho mai deciso di diventare uno scrittore e non mi ritengo tale. Probabilmente non mi piacerebbe nemmeno essere uno scrittore "vero", però mi piace molto scrivere e "giocare" con le parole.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non c’è un momento particolare, scrivo quando ne ho voglia e quando scrivo non smetterei mai.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Mi piacciono molto la Mc Cullough, Cussler, Cammilleri. In assoluto preferisco i Grandi Autori della letteratura russa, Hemingway, Asimov, Stout e Salgari che continua ad affascinarmi.



4. Perché è nata la sua opera?

Non c’è un perché'. Quando mi viene un'idea ho bisogno di metterla su carta, mi piace vederla crescere e prendere strade che non avrei mai immaginato, fatico a starle dietro, mi guida dove vuole e mi piace rincorrerla. Nel caso di "Quattro secondi" pensavo alla medicina del futuro ed è scattata la penna!



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Mio padre aveva un gran numero di libri che presto ho iniziato a leggere cominciando proprio dai grandi classici russi.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Sicuramente non è un’ evasione ma neppure un modo per raccontarla, direi che per me scrivere è un modo per capire meglio. Il mio lavoro non mi ha mai lasciato tempo per fermarmi a lungo a riflettere, scrivendo (o parlando tra amici) fisso e sviluppo idee e concetti che si aggiravano nella mia mente senza una veste precisa. Scrivere è conoscere meglio me stesso e il mondo.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Non c’è quasi nulla di autobiografico, ma dietro i personaggi sicuramente ci sono i miei dubbi, i miei interessi, i miei sogni.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Per la stesura nessuno, quando scrivo come ho già detto corro dietro alle idee e non mi fermo a chiedere pareri o giudizi. Solo alla fine (se quello che ho scritto mi piace) lo faccio leggere. Mia moglie invece è stata determinante per la pubblicazione; senza di lei "Quattro secondi" sarebbe rimasto in un cassetto a far compagnia alle altre cose che ho scritto.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

A mia moglie e subito dopo alle due figlie.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Probabilmente sì anche se mi dispiace. Anche la letteratura ha fretta come tutto e tutti in questo mondo e i vecchi cari libri di carta sono destinati a soccombere. In favore degli e-book giocano poi i costi contenuti e ancor più gli spazi: la mia casa trabocca di libri!



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Da ragazzo ero affascinato dalle commedie che trasmetteva la radio. Se mi ammalavo e non potevo andare a scuola chiudevo gli occhi e avvolto nelle coperte ascoltavo isolandomi completamente dal mondo. Che bello! Non ho esperienza diretta di audiolibri, ma se somigliano a quelle voci dell'infanzia sono i benvenuti.



 

 

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Martedì, 11 Agosto 2015 | di @BookSprint Edizioni

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