Non mi immergevo solamente nella lettura, ma la vivevo come fosse la realtà, non fantasia. Fu però alle scuole superiori, che incontrai la Poesia, come forma di espressione di quello che sentivo dentro, come fosse il parlare naturale di ogni giorno, e con lo studio di grandi poeti della storia, i loro scritti e le loro vite, sensazioni, amori, disperazioni, tristezze ed emozioni, ho trovato e perfezionato ciò che mi distingue dalle persone, la mia poetica.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
In assoluto consiglierei "L'arte della Guerra" di Sun Tsu, non solo perché è una grandissima opera letteraria, ma perché è alla portata di tutti e soprattutto, insegna al lettore come affrontare la vita di tutti i giorni. È un libro che facilmente rispecchia le maggiori difficoltà all'interno di una società di individui che interagiscono e si "combattono", per questo consigliatissimo agli adolescenti dei giorni nostri, che affrontano di petto l'entrata nel "mondo" e spesso la subiscono perché privi della forza necessaria ad affrontarla, anche a causa dei pregiudizi basati sulle età, e questo libro può dar forza a questi piccoli guerrieri inesperti ed insegnargli a combattere.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?
In parte credo sia una cosa ottima, perché così salvaguarderemmo la natura e gli alberi che sono vitali per la nostra sopravvivenza su questo pianeta, ma in parte ho un velata malinconia, perché quando si parla di libri, di racconti, di storie o di letteratura, si pensa subito ad un bel libro di carta, con il profumo della stampa e quelle parole d'inchiostro che ti entrano sotto la pelle e ti arrivano al cuore. La letteratura è un arte nata sulla carta e resterà tale, ma se vogliamo rispettare la natura che spesso fa da musa, dobbiamo anche evolverci e progredire, mantenendo però l'essenza vera di questa nostra arte: l'amore e la passione per le parole.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è stato un colpo di fulmine, improvviso! Ancora ricordo il giorno in cui accadde tutto: era l'alba e svegliandomi sentivo il cuore struggersi per un amore negato, tutto intorno a me c'era poca luce e sentivo come se fossi scoppiato da un momento all'altro, quando improvvisamente presi carta e penna e senza nemmeno accorgermene, scrissi senza fine, come se lo avessi sempre fatto, e la cosa bella era la leggerezza che provai dopo aver finito ed è così che la scrittura ha fatto la sua comparsa nella mia vita.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Volevo riportare alla luce la poesia, quella fatta di poche parole, gruppi di versi e sentimenti che ti assalgono come maree. Quando iniziai a scrivere le mie poesie, anni fa, non avrei mai pensato che un giorno le avrai raccolte e pubblicate, al contrario, erano per me una fonte di espressione personale e nient'altro, poi qualcuno cominciò a leggerle e farle entrare dentro di se, e li cominciai che magari in un futuro lontano le avrei potute raccogliere... e quel futuro è diventato presente.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
La riscoperta dei sentimenti e delle parole del cuore. Viviamo in una società ormai incapace di esprimere quel che sente, nemmeno quando lo sente forte, perché siamo spaventati e non conosciamo il valore delle parole. Le mie poesie vogliono portare questo al lettore, la capacità di riscoprire i propri sentimenti attraverso le immagini e le sensazioni che le mie parole racchiudono, lasciando poi a loro l'interpretazione finale del messaggio di ogni poesia.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come detto prima, è stato un fulmine a ciel sereno e con il tempo ne ho preso coscienza sempre di più, cominciando a dare significati profondi alle parole, celando un messaggio o un sentimento dietro un verso, dando peso alle parole usate e creando immagini che potessero invadere la mente di chi leggeva: si può dire che, prima mi ha fulminato, la scrittura, poi ho imparato a gestire il colpo.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Un episodio che non dimenticherò mai è quando ho cominciato a raccogliere le mie poesie: riprenderle tutte, dalla più vecchia alla più recente e rileggerle. Ho ricordato momenti passati che avevo dimenticato, sensazioni ormai passate e soprattutto una sensazione di sconosciuto meravigliosa: le leggevo e non riuscivo a credere di averle scritte io, non ricordavo nemmeno una singola parola, però sapevo che ciò che racchiudevano era una parte di me. Rivivere tutta una parte di vita, attraverso le proprie parole, è stata un emozione stupenda.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, non ho mai avuto dubbi che riguardassero la fine del libro di poesie, ma se in un ipotetico futuro dovessi scrivere un romanzo, allora sì, ogni giorno penserei di non poterlo portare a termine: io sono di poche parole, doverne scrivere troppe mi stresserebbe.
10. Il suo autore del passato preferito?
Tutti i miei autori preferiti sono del passato, perché è nel passato che ho costruito il mio presente. Tra i più influenti ci sono Italo Svevo, Charles Baudelaire e Yukio Mishima.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Inizialmente ero scettico, ma dopo aver passato un intera giornata ad ascoltare un audiolibro intero, mi sono ricreduto: è una cosa meravigliosa, non solo perché permette ai non vedenti di assaporare un buon libro, ma anche perché permette a chi lo ascolta di poter assaporare la narrazione e sentirla propria, è come essere abbracciati da un enorme libro, che mentre ti avvolge, ti racconta ciò che porta dentro.