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07 Apr
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Intervista all'autore - Luciano Bonacorsi

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Francamente è una cosa così nuova e per certi aspetti casuale che non saprei dire. Ho sempre scritto con facilità, ed ho visto che ciò che scrivevo riusciva a "passare" agli altri. Ma non ho mai scritto un racconto prima d'ora. Mi sembra di averlo fatto più per me che per gli altri.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Le mie domande e il mio continuo rimuginare sui grandi temi della vita, primo fra tutti il tema del divino sono il mio reale in questo libro. Come capire? Cosa capire dei grandi messaggi del divino? Tutto è legato al perché esiste l'esistenza? Da dove veniamo? Dove andiamo? Come dobbiamo vivere questa nostra vita?



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Riflettere su Dio che scende così in fondo all'umano. Il principio generatore e apicale - Dio - che arriva fino al più basso livello di condizione della sua creatura per eccellenza - l'uomo - nella sua forma di schiavo crocifisso, che decide di farlo come messaggio eterno.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

No, il dubbio è il vero compagno e strumento di chi vuole veramente capire. Almeno sul titolo nessun...dubbio.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Di getto rispondo che su un'isola deserta non porterei nessun libro. Se deserto deve essere, che deserto sia. L'anima è più che sufficiente.



6. E-book o cartaceo?

Sono un tradizionalista legato al cartaceo.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Veramente non penso di aver intrapreso la carriera di scrittore. Ho scritto solo un racconto e non so se in futuro ne farò un altro, anche se mi piacerebbe.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Sempre dalle mie riflessioni su come possa essere stato interpretato Gesù dai suoi contemporanei. Sulla riflessione della dirompente e sconvolgente novità da lui rappresentata (che noi moderni non riusciamo più ad afferrare dal momento che ci sembra tutto già scontato) sugli schemi mentali e culturali di allora, negli Ebrei, nei Romani, nell'uomo comune, nel "noi" di allora.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

E' piacevole.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia moglie.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

E' il futuro. Ma il piacere di soffermarsi a pensare su una pagina o rileggerla resta impagabile.

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Martedì, 07 Aprile 2015 | di @BookSprint Edizioni

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