1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un bisogno quasi primario. Mi permette di esternare le emozioni, mi rilassa e mi mette in comunicazione con la Terra, il mondo, la natura, me stessa. È profondità, libertà, felicità.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Le poesie parlano di me. Più volte mi è stato fatto presente che non vengono titolate, ma è una scelta, è un fatto voluto...come si fa a titolare un'emozione, una sensazione, un brivido? Dentro ad un mia poesia ci può essere un instante, oppure un segmento di vita, ma comunque è la mia vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest'opera è un insieme di emozioni. Come lo è stato il precedente "Pensieri come foglie". È stato un parto, un figlio, una cosa da fare.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata nel 1959, e da subito sono stata una bimba poco "accolta". Forse è stato in quella consapevolezza che si è sviluppato il mio "sentire" oltre modo la vita, le situazioni, le persone. Ho una sensibilità che mi porta a soffrire per le ingiustizie, anche quelle patite da altri. Io non ho deciso di comporre, credo che queste cose non si decidano, ma ho sempre saputo che avrei scritto... Mi sarebbe piaciuto scrivere un romanzo, ma non possedendo il dono della narrazione e non avendo sufficiente fantasia per produrre qualcosa che comunque sia naturalmente credibile, ho lasciato perdere questo tipo di scrittura. Ho iniziato a scrivere versi nel 1978 a 19 anni. Età in cui ci si comincia a fare delle domande, a percepire il mondo.Poi, dopo anni di stand-by altri versi sono venuti a "trovarmi", forti, dirompenti, perché per me è stato così: non ho decido di comporre, ma sono i versi che tutt’ ora mi vengono a cercare, molto spesso di notte, o in momenti in cui sono concentrata dentro me stessa.