Nel 1960 fui chiamato al servizio militare come allievo ufficiale di complemento; nel 1961 superai gli esami e conseguii il grado di sottotenente nell'Arma del Genio-Trasmissioni. Nel febbraio 1962 mi laureai e cominciai a lavorare nello Studio di mio padre, che ereditai nel 1986; da allora lo dirigo. Questa è in sintesi la mia vita. Gli studi classici compiuti sono sempre stati parte di me; leggo molto e tuttora anche nei testi originali latini e greci. Mi sono sempre divertito a scrivere racconti, sempre in chiave umoristica, ma non ho mai avuto l'opportunità di pubblicarli finché un amico editore volle farlo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Giovanni Guareschi.
4. Perché è nata la sua opera?
Per lasciare ai miei figli e nipoti l'opportunità di un sorriso.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo: i miei racconti descrivono situazioni che fanno parte del mondo nel quale viviamo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Castigat ridendo mores: è questo il mio motto favorito e descrive benissimo le mie intenzioni critiche verso un mondo sempre più musone e sempre più abitato da rompiscatole.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Parecchio. Spesso i miei personaggi mi riflettono.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei figli.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo proprio di sì. Il mondo è profondamente cambiato.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È veramente la nuova frontiera.