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18 Set
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Intervista all'autore - Luca Sanna -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho scritto per il momento solo un romanzo e non credo di potermi reputare uno scrittore, però fin da piccolo amavo scrivere.
Poi la vita per svariati motivi mi ha portato ad allontanarmi da questa passione e piano piano il bisogno di esprimere le mie sensazioni si è ripresentato e ha trovato forma nella scrittura perché non sono mai stato un musicista né un pittore e nient'altro, quindi l'unico modo per esprimere me stesso è sempre stata la scrittura come se fosse una terapia.
Io nasco in una famiglia di origine contadina in un piccolo paese a vocazione agricola in provincia di Cagliari. Ho trascorso un’infanzia abbastanza normale ma dentro di me ho sempre sentito il bisogno di evadere di cercare sempre quel qualcosa in più che mi potesse arricchire come persona, sentivo inconsciamente una costante sensazione di vuoto e le possibilità economiche e sociali in provincia erano abbastanza statiche. Non ho mai avuto il coraggio, la forza o la capacità di capire quale strada dovevo prendere per soddisfare questo mio bisogno di crescita personale e mi sono adagiato su quello che avevo davanti facendomelo andare bene comunque, senza creare mai troppi problemi a chi mi stava vicino. Però poi, questo bisogno di avere e di fare di più per me stesso si è manifestato in età già adulta e la scrittura è stata una forma di salvezza.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento particolare da dedicare alla scrittura, dipende da vari fattori.
La fase creativa in me si sviluppa principalmente in due modi, il primo è quello della ricerca dell'argomento e quindi entro in una fase di ricerca dell'ispirazione e quello è uno dei momenti più difficili e tormentati. Poi, una volta trovato l'argomento e quindi rotto quel muro, inizia una seconda fase di tenacia nei confronti del lavoro, dove spesso mi trovo a sedermi davanti al foglio bianco e aspettare che le dita camminino da sole sulla tastiera, quello è il momento più liberatorio, dove avvolte entro in modalità di disconnessione dal mondo esterno mi lascio andare anche se avvolte esco fuori dall'argomento che voglio trattare ma non è importante, tanto scrivere è gratis.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
ne ho alcuni ma in realtà non sono un grande lettore, non lo sono mai stato.
Se devo citarne uno su tutti il mio preferito e Marquez.
 
Perché è nata la sua opera?
In realtà la mia opera nasce come sceneggiatura per un film. Io mi ritengo uno sceneggiatore che non c'è l'ha fatta e questa storia è stata scritta più di dieci anni fa ma nessun produttore si è mai messo a leggerla perché il modo del cinema è un mondo particolare. Allora dopo dieci anni ho deciso di ridarle nuova vita trasformandola in un romanzo.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non lo so su due piedi direi molto poco, ma l'idea prende spunto da una situazione a me vicina, ma non la legherei al contesto sociale ma piuttosto a una situazione di eventi che credo sono molto comuni in qualsiasi contesto sociale. Dopo tutto parlo soprattutto di malattia e ospedali eutanasia e famiglia. Sono elementi universali.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. scrivere è tutto, può essere l'uno o l'altro o entrambi. Scrivere è come danzare con il pennello in mano.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto me stesso e allo stesso tempo nulla. È il mio sguardo verso un racconto che non mi riguarda, che non mi appartiene ma che sento mio.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si ma preferirei non dirlo.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio zio che è anche mio fratello.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook ha una fetta di mercato importante e credo che crescerà ancora, ma il futuro è tante cose, basta guardare la musica come si è evoluta dal vinile, alla cassetta al cd e poi in digitale, ora il vinile sta nuovamente ritornando di moda.
Però probabilmente il digitale sarà il futuro. Forse lo è già.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Nella vita tutto va bene, l'importante è leggere o ascoltare qualcosa di interessante.

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