Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Vivo ad Arconate, un paese in provincia di Milano, dove ho insegnato come maestra elementare. Sono sposata, sono madre e nonna.
Da sempre mi piace scrivere, lo faccio nel tempo libero e quando ne sento la necessità che mi spinge a mettere sulla carta riflessioni, sentimenti, sensazioni e sogni. La descrizione dei paesaggi, quella dei personaggi e dei sentimenti che li animano, la ricerca delle parole appropriate per raccontare una situazione, un momento di gioia o un evento triste generano in me soddisfazione, euforia e benessere. Seguo l’onda dei pensieri, dei ricordi, della fantasia e mi immergo in una realtà che esiste, ma che io posso cambiare e rendere di volta in volta più luminosa o più buia.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente dedico alla scrittura le ore del pomeriggio inoltrato, come recito in una delle mie poesie “quando è più dolce il giorno e il suo ritmo distende nell’annunciare la sera.”
Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo preferito è Hilary Mantel, scrittrice di memorie personali, racconti, ma soprattutto romanzi inerenti alla storia inglese, tra cui i miei preferiti “Wolf Hall”, “Anna Bolena, una questione di famiglia” e “Lo specchio e la luce”. L’autrice, tratta argomenti impegnativi che richiedono un grande lavoro di ricerca e di precisione, usando però uno stile brillante ed accattivante che coinvolge il lettore rendendolo partecipe dei drammi del tempo e, pur mantenendo un certo rigore nel raccontare i fatti storici, lo conduce ad amare i personaggi che lei ama e a giudicare negativamente invece quelli che non ritiene degni di indulgenza o di stima.
Perché è nata la sua opera?
Per il bisogno di raccontare esperienze vissute con persone che ho conosciuto e con le quali ho interagito.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono un’insegnante e da un’insegnate ci si aspetta che sappia trasmettere conoscenza. Una conoscenza che ho acquisito con lo studio, le letture e l’esperienza di chi ha vissuto prima di me. Ascolto infatti volentieri i racconti ed i ricordi di persone che hanno alle spalle una vita intera. La mia opera infatti è nata proprio da questa propensione all’ascolto e dalla convinzione che ci sono storie che non devono cadere nell’oblio ma devono essere conosciute.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Io credo che sia entrambe le cose. Racconti una realtà che non ti appartiene e che non è vissuta nel presente e ti ritrovi a viverla in un altro luogo e in un altro tempo e quindi evadi da essa.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Moltissimo. I racconti presenti nel mio libro sono frutto di esperienze personali, confidenze e testimonianze.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Tutti i protagonisti dei miei racconti.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei figli e a mia nuora.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non saprei, io amo tenere fra le mani il libro che sto leggendo, amo l’odore della carta, amo sfogliare le pagine, verificare quanto ho già letto e quanto manca alla fine.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un’amica mi ha raccontato che l’audiolibro è stato per lei una scoperta molto utile ed interessante. Da sola, nel silenzio, si emoziona seguendo una voce narrante che ora si accende di gioia, ora si strugge di malinconia, ora si arrabbia, ora si stupisce. Forse è meno intimo della lettura di una pagina emozionante nella quale ci si immerge fino ad estraniarsi da ciò che ci circonda, ma credo sia altrettanto coinvolgente ascoltare una voce piena di pathos e di emozione che accompagna chi ascolta a scoprire e a vivere tante infinite, meravigliose e magiche vite.
