Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere significa dare forma concreta ai miei pensieri; permette di creare un ponte tra ciò che si sente e ciò che si comunica ed il libro permette di arrivare a tutti, anche a chi è lontano.
Attraverso la scrittura ci si incontra, ci si riconosce, ci si educa all’ascolto reciproco. Scrivere non è solo veicolare informazioni, ma significa accompagnare, crescere insieme, trasformare. Attraverso la scrittura, dono parte della mia esperienza, con l'obiettivo di contribuire alla formazione di bambini, adolescenti e adulti. Scrivere significa comunicare ciò che si sente, ma anche ciò che si è appreso, ciò in cui credo fermamente e che può servire anche agli altri.
Per me scrivere è un dono che educa non solo chi legge, ma anche chi scrive: educa al silenzio, alla riflessione, all’onestà, alla profondità; la scrittura ha una funzione educativa perché apre spazi di consapevolezza, accende il pensiero critico, stimola la curiosità, fa crescere. Chi scrive si assume la responsabilità di lasciare un’impronta, e chi legge ha l’opportunità di trasformare quelle parole in strumenti per sé. Scrivere è quindi un atto che connette, arricchisce, insegna, è il modo più profondo per dire: "Ci sono, parliamo.”
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro che ho scritto è presente anche la mia vita. Tutto parte dalle mie esperienze, le mie emozioni, e soprattutto c’è la relazione profonda che ho costruito negli anni con i miei alunni. Una relazione autentica, in cui ho messo in pratica, giorno dopo giorno, gli strumenti e i principi che racconto in queste pagine. Il libro è teoria e nel contempo pratica, è vissuto, è realtà che hanno contribuito alla trasformazione.
Attraverso le tipologie di relazione descritte nel libro, bambini, adolescenti e anche adulti si sono messi in gioco, hanno accettato la sfida più importante, quella di incontrarsi davvero, di riconoscersi e di crescere insieme e ciò che è accaduto è stato straordinario perché gli atteggiamenti sono cambiati, le chiusure si sono aperte, e ciò che sembrava difficile è diventato possibile. Le parole, gli sguardi, la fiducia reciproca hanno costruito una relazione educativa potente, capace di formare e far emergere il meglio di ciascuno.
Grazie a questo tipo di relazione, i miei alunni, piccoli, grandi, i loro genitori e i numerosi colleghi con cui ho avuto il privilegio di lavorare, hanno imparato a valorizzare i propri punti di forza, a non nascondersi, ma ad affrontare i problemi. Hanno posto al centro loro stessi e l'altro, e soprattutto a non permettere mai a nessuno di sminuirli o mancargli di rispetto. La relazione educativa basata sul rispetto autentico, sull’ascolto profondo e sulla fiducia reciproca, ha prodotto trasformazioni reali, tangibili, profonde. Molti studenti, inizialmente chiusi o sfiduciati, hanno iniziato a riconoscere in sé stessi un valore che prima non vedevano; lo sguardo rispettoso dell’adulto ha permesso loro di sviluppare autostima, sicurezza e desiderio di mettersi in gioco. Senza la paura del giudizio, molti hanno trovato finalmente lo spazio per raccontarsi, per mostrarsi, per dire “io ci sono” con la propria voce, i propri tempi, la propria sensibilità. La relazione educativa fondata sul rispetto ha generato crescita autentica, ha reso possibile un apprendimento più profondo e ha aiutato ciascuno a scoprire, rafforzare e sviluppare il proprio potenziale umano ed emotivo. Questo libro è per chi crede che ogni relazione, se vissuta con autenticità e consapevolezza, può davvero sviluppare potenzialità; è per chi educa con il cuore e non ha paura di mettersi in gioco.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Questo libro ha rappresentato la possibilità di dare voce a ciò che spesso rimane invisibile, ossia la forza delle relazioni, il valore del rispetto, la potenza dell’ascolto. È stato come riannodare fili sparsi, dare ordine ai pensieri e riconoscere il senso profondo di ciò che ho fatto e continuo a fare ogni giorno. Grazie a una relazione educativa fondata sul rispetto, sull'ascolto e sulla fiducia, ho visto accadere qualcosa di profondo e sorprendente. Giorno dopo giorno, i miei alunni, bambini, adolescenti e adulti, si sono trasformati davanti ai miei occhi. Chi era timido ha iniziato a parlare, chi era in conflitto ha cominciato ad ascoltare, chi si sentiva invisibile ha finalmente sentito di esistere.
Ho imparato che quando uno studente si sente accolto per ciò che è, senza giudizio, senza etichette, qualcosa si sblocca dentro di lui e inizia a credere in sé, ad aprirsi, a esplorare il proprio valore. Il rispetto che riceve diventa lo specchio in cui si guarda, e in quello specchio comincia a riconoscersi come capace, degno, importante.
La relazione vera, quella che non impone ma invita, quella che non umilia ma sostiene, ha generato cambiamenti straordinari; non servivano punizioni per ottenere rispetto, ma bastava il rispetto stesso, offerto per primo.
Non servivano regole rigide per avere ordine, bastava la coerenza, l’ascolto, la presenza ed il comportamento è cambiato perché è cambiata la percezione che i ragazzi avevano di sé e dell’altro. Sono emersi i talenti nascosti, la voglia di apprendere, la disponibilità a collaborare.
Il gruppo classe è diventato una comunità viva, dove ognuno poteva sentirsi parte, e non più spettatore. La relazione educativa, quando è vera, è una forza trasformativa enorme e permette di sviluppare potenzialità che altrimenti resterebbero in silenzio, aiuta a crescere non solo chi impara, ma anche chi insegna. Scrivere questo libro ha significato anche fermarmi, guardare indietro e ringraziare ogni sguardo incontrato, ogni parola detta, ogni silenzio accolto perché ognuno di quei momenti mi ha insegnato qualcosa, mi ha aiutato a crescere, a capire che educare è prima di tutto relazione.
Scrivere questo libro ha rappresentato un dono a me stessa e agli altri, perché spero che queste pagine possano accendere domande, emozioni, riflessioni e produrre cambiamenti positivi e nuove possibilità.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta è stata semplice poiché il titolo rispecchia fedelmente il cuore del libro
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’ipotetica isola deserta porterei con me un libro che nutre l’anima, ad esempio “Lettere a un giovane poeta” di Rainer Maria Rilke. Un libro è un compagno silenzioso, una guida interiore, una voce che sussurra verità nei momenti in cui tutto sembra lontano e incerto. Un libro ti regala pagine di vita, di solitudine, di creazione, di pazienza e di fiducia nel proprio percorso.
Se invece potessi portare uno scrittore, sceglierei Italo Calvino per la sua capacità di osservare il mondo con leggerezza e profondità allo stesso tempo. Nei suoi libri, tra parole leggere e concetti profondi, ci si sente sempre in compagnia del pensiero, della bellezza, dell’immaginazione.
Ebook o cartaceo?
Entrambi, personalmente prediligo il cartaceo, ma è fondamentale adeguarsi ai tempi soprattutto per arrivare ai ragazzi e a tutta la tipologia di utenza, poiché l'obiettivo è veicolare il messaggio.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Mi diletto a scrivere sin da bambina, avevo un diario segreto su cui scrivevo poesie e pensieri. Ho sempre amato scrivere, da sempre coltivo la passione di scrivere saggi, romanzi e poesie. Negli ultimi anni ho deciso di scrivere anche per finalità educative. La mia passione è nata quasi in punta di piedi, quando ho iniziato a insegnare, ho compreso quanto l’approccio relazionale con gli alunni, con i colleghi, con i genitori, ma in generale con l'altro non fosse solo un dettaglio, ma l’essenza stessa del fare scuola. Ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo contribuiva a creare un clima che, a sua volta, plasmava comportamenti, atteggiamenti e perfino desideri di apprendere. Nel mio percorso ho avuto la fortuna di lavorare in moltissime scuole e in diversi contesti sociali e attraversato diversi gradi scolastici, in ognuna di queste esperienze, ho incontrato colleghe e colleghi straordinari, persone appassionate, capaci di unire sensibilità emotiva e rigore didattico, dando vita a percorsi formativi autentici, profondi, duraturi. Accanto a loro ho imparato, condiviso, costruito, ma nel contempo, non posso negare che, ho anche assistito a dinamiche relazionali che hanno lasciato ferite, ambienti dove la comunicazione educativa veniva trascurata, fraintendendo l'autorità con il controllo, e dove il bisogno di ascolto di alunni e colleghi rimaneva inascoltato. In quei contesti, la serenità, che dovrebbe essere il primo ingrediente per crescere e far crescere, veniva compromessa. Da queste esperienze, dalle luci e dalle ombre, che è nata l'urgenza di scrivere per dare voce a ciò che spesso resta silenzioso e per testimoniare che un altro modo di relazionarsi è possibile.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea di scrivere questo libro è nata da un bisogno profondo, quello di raccontare quanto la relazione, quando è autentica, rispettosa e consapevole, possa diventare il terreno fertile in cui le potenzialità di ogni persona figlio, alunno, insegnante, educatore, relazione d'amore, trovino spazio per emergere e crescere. Ci sono relazioni che lasciano il segno perché fanno crescere, sono quelle in cui ci sentiamo accolti senza doverci spiegare, riconosciuti anche nei giorni in cui facciamo fatica a riconoscere noi stessi. Nella famiglia o in contesti significativi, impariamo cosa vuol dire sentirsi visti, quando uno sguardo ti dice “va bene così”, quando un abbraccio è più forte di qualsiasi parola. In quella cornice silenziosa, fatta di gesti semplici, si radica la fiducia che ci accompagnerà per tutta la vita. Poi c’è la scuola che si prende cura delle emozioni, in cui ci sono insegnanti che credono in te e riescono a farti scoprire talenti che non sapevi di avere. In tale contesto la relazione diventa ponte tra il sapere e il sentire e allora tutto prende senso, tutto prende forma. C’è l’amore che non vuole cambiare nulla di te, ma che ti ama con tutte le tue sfumature, anche quelle che ancora stai imparando ad accettare. Un amore che ti dà radici e ali, che non ti trattiene ma ti accompagna, che ti sfida a diventare ogni giorno la tua versione più autentica. Ogni relazione sana e profonda è un’occasione per fiorire perché quando ci sentiamo accolti, rispettati, creduti e gratificati, accade qualcosa di magico e le potenzialità che tenevamo nascoste iniziano a respirare. Si allungano, si muovono, chiedono spazio e ci trasformiamo, non perché qualcuno ce lo impone, ma perché finalmente ci sentiamo liberi di diventare noi stessi.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro è un’emozione difficile da spiegare, è come guardare una parte di me prendere forma tra le mani, pagina dopo pagina. Per tanto tempo queste parole hanno vissuto dentro di me, come pensieri che prendevano forma tra un’esperienza e l’altra, tra una classe e un corridoio di scuola, tra uno sguardo incontrato e uno ignorato. Ho scritto con il cuore ed il desiderio autentico di divulgare ciò che ho imparato nel tempo, ossia che ogni relazione ha un potere immenso. Quando ho iniziato ad insegnare, ho capito che non bastava trasmettere contenuti e che il modo in cui ci si relaziona con gli altri può cambiare tutto. Un atteggiamento accogliente può aprire, uno sguardo indifferente può chiudere, una parola gentile può far fiorire, una parola frettolosa può spegnere. In me è nato il desiderio di scrivere, di fermare sulla carta queste riflessioni, queste emozioni, perché credo profondamente che ognuno di noi debba prendere consapevolezza di quanto sia determinante il modo in cui si entra in relazione con l’altro. Questo libro è nato dal desiderio che il suo contenuto possa arrivare a tutti, senza eccezioni, perché ciascuno di noi, ogni giorno, educa attraverso le parole che sceglie, con i silenzi che lascia, con la postura, con lo sguardo, con le emozioni che trasmette. Ogni gesto produce un effetto, ogni relazione ci plasma e plasma chi ci sta accanto. Se queste pagine riusciranno anche solo a far riflettere, a rallentare, a cambiare di un millimetro il modo in cui guardiamo l’altro, allora avranno compiuto il loro scopo, perché la relazione in famiglia, a scuola, in amicizia o nell’amore, è un atto che lascia tracce e sta a noi decidere se quelle tracce feriranno o faranno fiorire ed io, con tutto il cuore, scelgo la seconda possibilità.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
I miei figli, Valeria e Davide
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La nuova frontiera dell’audiolibro rappresenta molto più di una semplice evoluzione tecnologica, è un nuovo modo di vivere la narrazione, di avvicinarsi ai contenuti e di creare un legame intimo tra voce, parola e ascoltatore. In un tempo in cui tutto corre veloce, l’audiolibro restituisce il valore dell’ascolto, non solo come funzione pratica, ma come gesto profondo, in quanto permette di "leggere" mentre camminiamo, guidiamo, cuciniamo, o semplicemente mentre ci concediamo il lusso di chiudere gli occhi. La voce che racconta, interpreta, emoziona, diventa ponte tra il testo e l’anima, riportando in vita una tradizione antica quanto l’umanità stessa, quella della narrazione orale. L’audiolibro rende la cultura accessibile a chi ha difficoltà visive, a chi fa fatica a leggere, a chi ha bisogno di apprendere in modi diversi, democratizza il sapere, lo rende più inclusivo, più vicino. Rappresenta una sfida anche per chi scrive in quanto immaginare le proprie parole non solo sulla carta, ma anche dette ad alta voce, arricchisce i contenuti con il ritmo, con il suono, con la musicalità. Un audiolibro non si legge soltanto, bensì si interpreta, si sente, si vive. Credo che questa frontiera non sia una minaccia per il libro tradizionale, ma una sua naturale estensione, poiché le storie, lette, ascoltate o vissute, hanno sempre lo scopo di toccarci, trasformarci, tenerci compagnia nel viaggio, farci sognare e aprire la nostra mente.
