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BookSprint Edizioni Blog

29 Mar
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Intervista all'autore - Mirko Toscani -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Una domanda importante.
Non mi considero affatto uno scrittore, sono una persona assolutamente ordinaria che ha voluto provare a scrivere un libro, d'altra parte non sono un pilota perché' guido una macchina no?
Ho sempre amato leggere, ma non ho mai avuto nessun tipo di ambizione come scrittore, posso dire che iniziare questa avventura è stato molto intrigante e divertente, mi ha permesso di confrontarmi con molte persone e di approfondire tanti argomenti che conoscevo solo superficialmente.
La cosa che mi ha colpito e di cui mi sono accorto fin da subito è che le dita volavano da sole sulla tastiera e che le idee fluivano senza sforzo.
Quando ho iniziato a scrivere ritenevo di farlo per riempire un vuoto o qualcosa di simile, invece mi sono accorto che scrivere mi permetterà di svuotare un pieno, di buttare fuori, di liberarmi, mi alleggerivo.
E' una sensazione bellissima
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Posso affermare senza rischiare di essere smentito, che in questo libro è presente il 100% della mia vita reale, delle esperienze maturate, delle emozioni e delle passioni vissute, sia da bambino che in età adulta.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Come dicevo prima è stato un viaggio molto interessante, una sfida stimolante.
Quello che doveva essere un gioco tra colleghi di lavoro, si è evoluto ed è diventato un insieme di idee ed emozioni che poi sono finite in questo libro.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Inizialmente il libro doveva avere un titolo molto più goliardico e scherzoso, infatti non avevo idea di come si sarebbe evoluto il lavoro.
La situazione durante la scrittura è mutata e gli argomenti trattati meritavano un titolo più importante, più serio, ma senza esagerare.
Ho voluto utilizzare un titolo che non ha nulla a che fare con il contenuto del libro, ma come spiego nella prefazione è un omaggio ad un grande scrittore americano, il titolo stesso stimola la curiosità e la spiegazione di questa scelta la trovo affascinante.
Inoltre io sono un grande fan della Grappa!
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se posso portare un solo libro la scelta è difficilissima, direi " Il Conte di Montecristo", un libro di cui mi sono innamorato da ragazzo e ogni tanto rileggo molto volentieri.
 
Ebook o cartaceo?
Mi viene da ridere, è come se mi chiedesse birra analcolica o tradizionale.
Sono un dinosauro, amo le cose materiali, comprendo la facilità di utilizzo del digitale ma non fa per me. Mille volte la carta!
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Come dicevo non mi reputo assolutamente uno scrittore, sono un tecnico elettronico e lavoro per una grande azienda nazionale nel settore Oil and Gas.
Trascorro gran parte della mia vita imbarcato, posso dire, in pratica, che vivo in mezzo al mare, sicuramente questo mi ha fornito l'ispirazione per scrivere, in fondo tutti i marinai in un certo modo sono poeti o perlomeno hanno grandi storie da raccontare.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il lavoro che faccio mi porta a cercare una evasione
mentale nei momenti di riposo, viviamo su una nave e i momenti
di piacere praticamente non esistono, le vie di fuga
sono poche, quindi per non perdere il senno ognuno di noi
si rifugia in qualcosa che lo mantiene connesso con la realtà
ma allo stesso tempo gli permette di allontanare la mente e
trovare uno spazio intimo solo suo.
Io ho iniziato a pensare a undici teorie e poco alla volta le
ho sviluppate, anche grazie ai miei colleghi durante le pause
pranzo; il libro nasce così.
Non ci sono particolari aneddoti legati allo sviluppo del libro, ma molte discussioni divertenti con i colleghi, simpatiche prese in giro al sottoscritto e goliardate da marittimi.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
E' una grandissima emozione, difficile da spiegare, quando ho visto la copia cartacea del libro con il mio nome sulla copertina, ho pensato:
" impossibile, l'ho fatto davvero...".
Scrivere un libro è stato un regalo che mi sono fatto per i miei 50 anni, vederlo pubblicato e una piacevole follia.
Molto del merito va alle persone della casa editrice "BookSprint" che mi hanno accompagnato passo passo per realizzare questa meravigliosa avventura.
Senza la loro professionalità il mio libro non avrebbe mai visto la luce.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La sola persona che sapevo sarebbe stata un giudice sincero, mia moglie.
Tra l'altro lei era ignara del fatto che stessi scrivendo un libro, io ero all'estero.
Quando le inviai il file, lei pensò ad uno scherzo; fu tutto molto divertente.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come le ho detto prima io sono un dinosauro, amo le cose materiali.
Sono favorevole a tutte le innovazioni che in qualche modo riescono ad avvicinare i giovani alla lettura, ma il piacere del libro tradizionale, da stringere, toccare, annusare, sfogliare, scarabocchiare, resta per me inarrivabile.
Poi come disse un grande fotografo, finche' non la stampi, non è una fotografia, è solo un file.
Lo stesso vale per un libro.

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