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20 Ago
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Intervista all'autore - Giuseppe Condò -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Petrizzi un piccolo comune in Calabria sul golfo dì Squillace ho preso la maturità scientifica nel 1972 in un comune vicino.
Ho fatto architettura al Politecnico di Torino specializzato in progettazione di strade ho lavorato in Piemonte fino al 2015 vivendo a Torino. Nel 2018 sono rientrato a Petrizzi, per me il più bel paese del mondo. Qui leggo, scrivo, dipingo faccio lunghe passeggiate con Petra, un cane che ho trovato abbandonato da qualche delinquente.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Intanto consiglierei di leggere, magari libri di storia o romanzi, possibilmente coinvolgendo la famiglia. Comunque libri che lasciano libertà al pensiero.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Bisogna comunque seguire le nuove scoperte senza abbandonare le tradizionali. Ho visto librerie strapiene con libri ordinati mai letti. Comunque il cartaceo è ancora il vero rappresentante della cultura.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nel 1969 è morto mio fratello, aveva 24 anni, io 18, da quel giorno ho cominciato a scrivere, di tutto.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ho raccontato a una mia amica che avevo scritto una favola, lei lo disse alla sua nipotina, ma io avevo in mente la favola ma non avevo ancora scritto niente. Da quel momento, il senso di responsabilità nei confronti di una bambina mi diede la carica e il giorno seguente le ho letto la prima favola.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Io sono anziano e purtroppo sono troppe le cose che non vanno bene. Attraverso queste favole cerco di mettere in evidenza la cultura, c'è tanta ignoranza, la guerra è una realtà terribile, e l'inquinamento, a volte anche la noncuranza diventa sporcizia e si trasforma in orrenda normalità.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La vita mi ha chiesto di leggere e di scrivere.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Mio padre, noi eravamo dieci figli e ricordo quando c'erano temporali e andava via la corrente, davanti al camino ci raccontava storielle e le sue parole e le ombre create dal camino stavano sfogo alla mia fantasia.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Di non portarlo a termine no, di non pubblicarlo si.
 
Il suo autore del passato preferito?
I classici latini: Catullo, Petronio.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Quando si ascolta è facile distrarsi, quando si legge il pensiero viene assimilato con più chiarezza.

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