Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un insegnante ormai in pensione che, in prossimità della conclusione della propria attività professionale, ha avvertito la necessità, almeno virtualmente, di continuare il proprio insegnamento, cercando, come il buon Socrate, di stimolare l’eventuale lettore a riflettere sul presente per tentare di trovare il modo di concretizzare quanto prevede la nostra carta costituzionale.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dal mio punto di vista il momento migliore in assoluto non c’è, nel senso che, come ha avuto modo di affermare il Prof. Bodei, tutto dipende dalla scintilla che, in realtà, si può manifestare in qualsiasi momento e durante una qualunque lettura.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Nel mio nuovo ed ultimo saggio, che devo ancora completare, ho avuto modo di confrontarmi e di ritrovarmi in alcune opinioni di Borges. In modo particolare condivido a pieno quanto Borges scrive in “L’elogio dell’ombra”.
Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce dal bisogno di approfondire quanto ho espresso nel mio primo saggio “Le briciole di Pollicino”. Infatti come lo stesso Bodei afferma: nel momento in cui la scintilla infiamma il desiderio di conoscere e, quindi, di capire, emerge la necessità di andare avanti, di proseguire nell’impegno di cui si avverte l’importanza.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente il contesto sociale, come le esperienze vissute, costituiscono l’alveo naturale per ogni persona che intenda intraprendere questa esperienza di scrittore.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Lo scrivere è, nel contempo, un modo di estraniarsi dal presente, ma, altresì, costituisce il mezzo per cercare una risposta, sia pur discutibile, alle difficoltà del presente.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come già ho avuto modo di affermare, in ogni testo scritto c’è sempre una dimensione autobiografica che viene a vitalizzare il testo scritto.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Le persone che ogni giorno mi affiancano nell’affrontare la vita quotidiana, con i loro giudizi, le loro riflessioni, sono per me occasione e motivo di arricchimento e di stimolo.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In primo luogo questo saggio non lo si può considerare un romanzo. Questo è semplicemente il tentativo di mettere insieme le tessere di un puzzle con cui inevitabilmente dobbiamo confrontarci.
Le persone che hanno avuto modo di leggere almeno alcune parti del mio saggio sono le persone che quotidianamente mi aiutano.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L’ebook è una forma editoriale che può favorire la lettura.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro, come l’ebook, costituisce un mezzo per stimolare e, quindi, favorire la lettura.
Ciò che differenzia l’audiolibro è il modo in cui viene letto, nel senso che colui che legge deve evitare di far addormentare colui che ascolta il testo.