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23 Apr
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Intervista all'autore - Nunzia Squitieri -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è un modo di interagire con te stessa, entrare nel profondo delle tue emozioni che possono andare dalla gioia, per momenti felici, alla nostalgia per ricordi andati, alla malinconia, alla tristezza, immancabili in ogni cammino di vita.
Un tripudio di emozioni che sono lì, pronte ad emergere, a prendere luce, nel chiarore delle parole, dei pensieri che scivolano liberi verso espressioni vive, autentiche. Nel silenzio, in un tempo disteso che si può dilatare a proprio piacimento.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Veramente molto. Qualcosa c'è di vissuto non personale, inventato, ma come ricostruzione fantastica e amplificata di momenti di vita reale.
L'aderenza alle proprie esperienze, conoscenze ed emozioni vissute, è per me fondamentale nella scrittura.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Rivivere parti, momenti significativi della mia esistenza, in chiave riflessiva, dubitativa certamente, la bellezza di riflettere sulle parole, sulla loro grazia, sul loro significato più vero, sul modo di esprimere le emozioni, sul come dire o non dire, è stata un'esperienza di grande valore, da qualsiasi parte la si guardi. Tuttavia il desiderio di essere me stessa, di liberarmi dalle sovrastrutture giudicanti, di mettere da parte paure e anche una certa vergogna nel raccontarmi, è stato forte e deciso. È riuscito ad avere la meglio, a prevalere e a rafforzare la consapevolezza di quanto sia bello e liberatorio essere sé stessi. Un obiettivo sicuramente difficile, per niente scontato.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo non mi ha impegnato molto. Direi è stato abbastanza semplice. La mia proposta alla vostra consulente dedicata, era stata inizialmente "Carezze", come penso sia molto della vita che ho vissuto. Era tuttavia un titolo già in uso. In pieno accordo con la vostra gentilissima Ivana abbiamo scelto "Carezze al tramonto". Amo la luce e i colori sfumati e caldi del fine giornata.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Molto difficile la scelta. Tanti hanno accompagnato il mio cammino. Se proprio devo, scelgo " Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar.
"Io non dispongo che di tre mezzi per valutare l'esistenza umana: lo studio di sé stessi, è il metodo più difficile...; l'osservazione degli uomini, i quali si adoperano per nasconderci i loro segreti o per farci credere di averne, e i libri con i caratteristici errori di prospettiva che sorgono tra le righe. La parola scritta m'ha insegnato ad ascoltare la voce umana. " Due tra le frasi che hanno segnato il mio innamoramento per questo libro, potente, che riflette con notevole sapienza, e leggerezza al contempo, sulla finitezza dell'esistenza umana. A parlare un uomo, non più l'imperatore che con delicata gentilezza, linguaggio chiaro, emozioni autentiche porge al lettore la sua chiave di lettura sul significato della vita, depurata, lontana dai passaggi gloriosi del suo illustre cammino che lo consegnerà alla grande storia. Un monologo interiore descritto con mirabile uso delle più raffinate competenze lessicali. Ricchissimo di spunti filosofici, è un libro da leggere sempre e per sempre.
 
Ebook o cartaceo?
Senza alcun dubbio cartaceo. Le mani, il tatto, persino l'odore, sono indispensabili complici della lettura. L'immersione è totale.
Toccare, sfogliare un libro è come trovarsi accanto al mare cristallino e poterci entrare per un bagno.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non credo di potermi definire scrittrice. Mi piace scrivere e lo trovo un mezzo più semplice per comprendere la realtà e farsi comprendere dal resto del mondo. La carriera è una cosa seria. Per adesso mi sembra ancora di giocare.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Lasciare qualcosa di te a chi ti ha conosciuto, ai figli, alle persone care, perché ci si può accorgere ad un certo punto della vita, che si corre, senza spazi precisi, senza ordine. Poco tempo per tutto anche per le relazioni, anche per gli affetti più cari. Poco tempo per raccontarsi, pochissimo per ascoltarsi.
Anni fa mio figlio, il maggiore, leggendo qualcosa dei miei scritti, mi suggerì di metterli in ordine, perché li trovava belli, delicati, ben scritti. (Cuore di mamma). Dopo 20 anni gli ho dato retta. Poi anche qualche amico, un compagno mi hanno incoraggiato a farlo.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Emozioni a go go ...gioia, felicità, quasi pure ma non mancano imbarazzo e paure.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un mio carissimo amico, grandissimo lettore di tutto, amante dell'arte, del cinema, della musica, della letteratura, della vita, che vive sempre intensamente e gioiosamente.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che tutte le tecnologie sono ormai parte della nostra vita, impensabile non adeguarsi.

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