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16 Apr
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Intervista all'autore - Ferdinando Serafini -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in una famiglia semplice di agricoltori e allevatori, ho vissuto il passaggio da una società di tipo rurale ad una più progredita e moderna.
Ho trascorso la mia giovinezza dedicandomi alla scuola, allo sport, aiutando soprattutto nel periodo estivo la mia famiglia nei lavori dei campi e con gli animali, avevo diversi gruppi di amici, ho sempre giocato a calcio fino a pochi anni fa. Ho studiato fino a 24 anni poi ho iniziato con qualche piccolo lavoro part-time, successivamente ho sempre fatto l'agente di commercio.
Ho sempre cercato di vivere il mio tempo, mi sono sempre dedicato alla famiglia, al lavoro e alla vita sociale. Il mio principale interesse è la natura umana che ho avuto modo di approfondire con lo studio e anche con il mio lavoro. Ho sempre avuto interesse per la letteratura e la filosofia, non so se mi posso definire scrittore però voglio provare a diventarlo!
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
All'imbrunire.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Hermann Hesse
 
Perché è nata la sua opera?
Facendo una mia introspezione, per conoscere meglio me stesso, le persone che incontro e ciò che mi accade.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito molto in quanto da sempre attento ai mutamenti sociali.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è mettersi un attimo in disparte ma osservare la realtà.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Ci sono varie cose, in quanto con la scrittura trasmettiamo sempre parte di noi stessi.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentale no, però persone con le quali ho dialogato in passato e che mi hanno lasciato frammenti della loro essenza.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La preziosa collaboratrice che ha copiato il manoscritto.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook è un'alternativa, una nuova frontiera però la principale forma di scrittura resterà sempre quella classica.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un surrogato, come ascoltare la radio, comunque meglio questo che rinunciare a leggere.
 

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