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13 Apr
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Intervista all'autore - Pietro Caviglia -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è il tentativo di risposta ai tanti interrogativi che pone in ogni momento la nostra coscienza.
Chi sei stato, chi sei adesso, cosa hai fatto di significativo in questa vita? ...ed è come rispondere ad un giudice che non è disposto a farti sconti.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro c'è il racconto di alcune fasi più significative della mia vita
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Sono nato in una famiglia modesta, ma con valori molto saldi soprattutto con assoluto rispetto per altri. Mi è toccato vivere da ragazzo sotto i bombardamenti a Palermo durante la seconda guerra mondiali e poi da giovane affrontare le numerose difficoltà per inserirsi nel mondo del lavoro che in Sicilia non è impresa facile specie per chi non è incline ai compromessi. In questo libro ho voluto consegnare un messaggio ai giovani: mai arrendersi nel perseguire i propri sogni a costo "di cambiare aria" per trovare l'ambiente più favorevole per raggiungerli.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo risponde al contenuto del racconto. Ho avuto qualche perplessità sul riferimento agli "squali", ma per quanto ho tentato non ho trovato alternativa alla crudezza del termine confidando nel perdono di chi si sentirà in qualche modo associato alla "categoria" di riferimento.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei questo mio libro per ripensare a come riscriverlo per la l'ansia che mi accompagna di non essere riuscito ad esprimere quello che veramente avrei voluto e che desideravo trasmettere mentre lo scrivevo.
 
Ebook o cartaceo?
Cartaceo non ho dubbi. Il libro anche quando è chiuso continua a trasmettere emozioni.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi iscrivo nella categoria di "scrittore di carriera". Con questo lavoro ho solo raccontato esperienze di una vita difficile, ma anche di soddisfazioni personali nonostante le difficoltà incontrate. Che ci sia riuscito non spetta a me dirlo. Se poi il giudizio non sarà quello che mi sarei aspettato, mi toccherà scivolare via in punta di piedi chiedendo scusa ai miei ardimentosi lettori, che si sono fidati di uno che si era messo in testa di riuscire a trasmettere emozioni e non ci sia riuscito.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea del libro è dovuta alle mie nipoti che hanno insistito ed infine hanno vinto la mia ritrosia a mettere in piazza alcuni episodi della mia vita che coinvolgono necessariamente altre persone.
Prima di affidarmi all'attuale editore, avevo auto pubblicato quest'opera facendola girare tra amici. Una mattina mi chiama un amico, alto dirigente di un ministero, ora in pensione, testimone di alcune vicissitudini raccontate nel libro e mi rimprovera dicendo: "Non mi hai fatto dormire tutta una notte! Ho trovato il tuo libro la sera quando sono rientrato, mi sono messo a leggere senza smettere avendolo trovato coinvolgente al punto che quando ho smesso erano le cinque del mattino!".
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una incredibile emozione.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sono state le mie nipoti che hanno portato il libro a scuola coinvolgendo anche alcuni loro professori.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una domanda che andrebbe rivolta ai giovani, io personalmente alla mia età non riesco a pensare mezzo diverso da quello cartaceo per un libro.

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