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BookSprint Edizioni Blog

26 Feb
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Intervista all'autore - Silvia Pizza -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me, la scrittura, oltre che essere una passione vera e propria, è veramente il mio asse terrestre, ciò che mi orienta nella direzione della vita stessa.
Senza la scrittura, non riuscirei a lasciare delle impronte importanti ai posteri, non riuscirei a diffondere tante perle di saggezza, tante riflessioni interessanti sui misteri dell'esistenza, sulle contraddizioni sentimentali, sul marasma degli stati d'animo che si vivono e, che potrebbero sfociare in conflitti persistenti e, tanto altro.
La scrittura è divenuta nel tempo una fucina di opportunità, di pillole di leggerezza, di iniezioni di ottimismo, di resilienza e buonumore e, non per ultimo, un mezzo d'intrattenimento sui canali "social".
Le emozioni che provo, sono indubbiamente variegate: dalla soddisfazione di allietare gli animi inquieti, dai riscontri di stima e di condivisione di pensieri e idee con altri scrittori e artisti, dal gradimento di chi mi legge attraverso i miei romanzi, alla fiducia che i lettori mi dimostrano, fino alla voglia di collaborare con altri colleghi per presentazione di libri e interviste letterarie.
Sono sempre favorevole agli scambi culturali, al contatto col pubblico dei miei lettori dal "vivo" o tramite i social network.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
L'esperienza tratta dalla vita reale è servita a preparare, nel corso degli anni, tanti mattoncini per costruire il romanzo in questione.
È stata necessaria una sedimentazione degli accadimenti, affinché potesse svilupparsi una propensione narrativa efficace, per l'evoluzione del mio libro.
Ci sono voluti sette anni per metabolizzare le tematiche del bullismo e del cyberbullismo. Ci sono voluti diversi anni affinché mi sentissi pronta per narrare gli episodi incresciosi, che gli adolescenti più fragili e inermi vivono a livello scolastico e nel doposcuola.
Parlo del rapporto tra una madre (Sara) e una figlia adolescente (Sofia), con le difficoltà di comunicazione che Sofia incontra tra le sue coetanee, coi silenzi d'omertà di alcune compagne all'interno della classe, coi disturbi addominali e gli attacchi di ansia e di panico che assillano Sofia, fino a farla cadere nella depressione più cupa.
Si tratta di un romanzo empatico che permette al lettore adolescente,
d'immedesimarsi nelle vicende di vessazioni che Sofia subisce e, di poter riflettere sul proprio vissuto, con la speranza che possa trarne beneficio. Inoltre, il libro "E non esiste una Me senza Te" desidera essere uno strumento d'aiuto per i genitori, che si ritrovano ad affrontare il complesso rapporto
coi loro figli adolescenti.
Si può definire che il mio libro sia veramente una testimonianza d'amore indissolubile tra Sara e Sofia e gli altri componenti della famiglia e possa assurgere ad una funzione educativa nell'ambito scolastico e in quello genitoriale.
A mio avviso il romanzo innesca diverse riflessioni sulle dinamiche che caratterizzano gli adolescenti e, su come le loro conseguenze vengano impattate in seno alla famiglia, direi in modo pressoché devastante: tra i disturbi alimentari, gli attacchi di panico, i problemi d'insonnia, la persistenza della gastrite psicosomatica, l'incombere della depressione per diversi anni e il pensiero fisso del suicidio, come ultima spiaggia a cui ricorrere.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me, in quanto autrice del romanzo, ha significato prendere consapevolezza su quanto accade tra gli adolescenti, a livello relazionale e, soprattutto con l'abuso della tecnologia digitale a tutte le ore del giorno e della notte e le vessazioni continue tra studenti più aggressivi e quelli più fragili e deboli caratterialmente, che insorgono in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Lo svolgimento degli accadimenti, inerenti il cyberbullismo sofferto da Sofia, non è stato un percorso scorrevole e lineare, MAI!
Bensì, si è trattato di un percorso parecchio accidentato, irto di ostacoli e di cadute libere nel baratro della depressione, di regressione emotiva e umorale, di scarso rendimento scolastico e di calo preoccupante nella socialità e nell'attenzione alle lezioni scolastiche, vivendo la scuola stessa, come uno stress eccessivo, da cui tenersi a debita distanza.
Ha significato mettere ordine nelle idee e nei fatti avvenuti a discapito di Sofia, per dare giustizia alle vittime di bullismo e per impedire che possano insorgere altre dinamiche di oppressione e di persecuzione "online" sugli studenti più deboli e presi di mira con ingiurie, calunnie e diffamazioni pesanti.
È stato un mettermi in discussione, in qualità di genitore apprensivo e in allerta costante, per le vicissitudini sopportate e incassate dal minore, in modo crudo nella narrazione, ma al contempo delicato nei riguardi della vittima di bullismo.
Ho dovuto affrontare una miriade di avversità in ambito familiare, ma il bullismo che colpisce un minore è un dramma sociale, sempre più frequente e devastante, che ahimè, ricade per intero sulla famiglia e, non sulla scuola. Quest'ultima risulta essere inadempiente sui provvedimenti disciplinari verso i bulli e non mette in pratica misure correttive "tempestive", per allontanare i soggetti psicologicamente disturbanti e aggressivi, dal soggetto preso di mira per insulti e atti intimidatori o, dalla classe stessa.
E' stato impegnativo descrivere i sentimenti tumultuosi che può vivere un adolescente, oggetto di scherno e di derisione martellante; come è stato altrettanto ostico, narrare le situazioni più estreme, oscurate dalle ombre minacciose della depressione, dall'alienazione della vittima all'interno della sua classe, al senso penoso della solitudine, dall'intensità del dolore psicofisico per le vessazioni sopportate, più le restanti ripercussioni psicologiche, perpetuate negli anni successivi, dal minore stesso.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
No, non ho faticato nella scelta del titolo "E non esiste una Me senza Te". È stata piuttosto una decisione spontanea, che non ha comportato difficoltà di scelta o d'incertezze sul titolo da prediligere.
Almeno questo aspetto sul titolo del romanzo, non ha preoccupato affatto la sottoscritta.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Carina questa supposizione!
Se mi trovassi in un'isola deserta, vorrei con me un libro di Roberto Emanuelli oppure di Riccardo Bertoldi che trattano di narrativa contemporanea, di timbro psicologico e d'impronta introspettiva e sentimentale, che poi è il genere di narrativa psico-impegnativa, che interessa alla sottoscritta.
Infatti, ho acquistati entrambi i loro libri recentemente pubblicati, ma non ho trovato ancora il tempo per leggerli, con calma e relax.
Mi prometto di farlo quanto prima!
Perché sono davvero un toccasana per la mia psiche. Sono percepiti come una carezza rigenerante, come un passatempo delizioso, come una compagnia allettante e appetibile per i miei occhi.
Non ci piove!
 
Ebook o cartaceo?
Sono fedele al formato cartaceo del libro, anche se va di moda leggere gli e-book con l'applicazione Kindle reader o installando gli reader per PC sul proprio dispositivo tablet o sui computer portatili.
Sinceramente, sono affezionata al libro cartaceo da oltre trent'anni e, mi piace pure conservarli in casa, per stimolare i miei figli a leggere.
E poi, avere diverse librerie in casa ha il suo pregio: sia come bagaglio intellettivo che come forma di arredo, come profumo di accoglienza nel proprio rifugio abitativo e, infine, come ausilio di benessere emotivo.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho deciso di intraprendere la carriera di scrittore, ben ventidue anni fa!
Inizialmente però, mi sono accostata alla poesia, come passione preminente; successivamente, dopo un decennio, mi sono approcciata alla narrativa rosa, come naturale prosecuzione della mia vena letteraria.
E posso dire, col senno di poi, che è stata molto interessante questa fase evolutiva della mia scrittura, perché mi sono messa in gioco, con qualcosa che mi attraeva parecchio a livello intellettivo, ma si stagnava sul mio orizzonte, come un’esperienza da scoprire, da gustare e da vivere appieno.
E così, è stato.
Sì, è stato un divenire spontaneo, dapprima emergente e, poi col tempo, più incisivo e consolidato nell'efficacia espressiva e nei contenuti del lessico, fino ad approdare ad un genere di narrativa, nel quale mi sento a casa.
Mi sentivo portata e, pertanto, ho continuato a insistere nella scrittura che più mi entusiasmava l'ispirazione e l'intelletto.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea di questo romanzo è sorta nella tarda primavera del 2023, quando ho voluto radunare le tracce mnemoniche degli anni addietro, per dare un'organizzazione tangibile alla trama che stavo preparando.
E con mia gran sorpresa, ho cominciato a dare corpo e sostanza alla trama, inserendo sul finire dell'estate, quei tasselli e quei dettagli che, ancora mancavano, nella collocazione giusta.
Ma ultimare questo libro è stato come mettere tanti puntini sulle "i" e fare chiarezza sulle criticità affrontate, gestite in seno alla famiglia e sviscerate fino in fondo.
E' stato impegnativo e arduo il carico emotivo-emozionale-psicologico che ho vissuto, già prima di scrivere il libro ma, lasciare testimonianza degli accadimenti e della risonanza sentimentale che ha comportato per la sottoscritta, è stata anche una catarsi benedetta, un sollievo psichico importante, una ricchezza spirituale di riflessioni e di consapevolezze, che travolge, sconvolge e avvolge con delicatezza e forte sensibilità, in primis me
e, spero tanto, anche i miei lettori.
Questo romanzo, senza la mappatura dei ricordi, non si sarebbe sviluppato e, non sarebbe così intenso e coinvolgente come, in concreto, è.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Quando ho ultimato questo libro, ho capito subito che avevo raggiunto un traguardo di GIUSTIZIA, per tutte le vittime di bullismo e di cyber bullismo. Infatti, il romanzo è consigliato fortemente per gli adolescenti, in piena trasformazione puberale e, per i loro genitori, a sostegno morale ed educativo, per le tante criticità che le loro creature possono vivere, in seno alla scuola o nell'ambito delle relazioni amicali e/o sentimentali.
Non a caso, ho dedicato il mio libro, a tutte le vittime di bullismo e, sempre a loro, riservo un trattamento di riguardo per le vicende burrascose, che possono incontrare e vivere, a loro discapito.
Spero che i lettori che si accosteranno alla lettura di questo libro, lo possano consigliare e suggerire ad altri coetanei o ai loro genitori e, diano ad esso, attraverso la tematica del bullismo, la possibilità di farmi conoscere, apprezzare e benvolere.
Auguro a tutti gli adolescenti che la storia di Sofia e di Sara, vi possa inondare di luce e di tenerezza in ogni luogo vi troviate, in ogni realtà viviate e in ogni dimora vi rifugiate.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio romanzo è stato il mio editore, Vito Pacelli; successivamente, mia madre e il mio compagno e, poi, altre persone care che mi ruotano attorno.
Difatti, quando ho ricevuto la scheda editoriale sul mio manoscritto, con analisi del testo e le impressioni del correttore bozze della BookSprint, mi ha fatto un piacere immenso, perché realmente ha colto il messaggio più profondo e veritiero sul contenuto del lessico.
Ha inquadrato perfettamente il rapporto simbiotico tra una madre e una figlia adolescente, con tutte le sue intemperanze emotive, i saliscendi umorali e le incomprensioni di comunicazione.
Ha apprezzato l'amore incondizionato che esiste tra Sara e Sofia, un legame familiare intenso e speciale, che si percepisce a maggior ragione, nelle lettere che la madre, nella seconda parte del libro, indirizza a Sofia, con spunti interessanti per il lettore, perché lo accompagnano nelle problematiche adolescenziali, che portano alla crescita.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che la frontiera dell'audiolibro sia molto appetibile per coloro che non hanno tempo da dedicare alla lettura dei libri o, per chi si stanca troppo, con gli occhi a leggere e, quindi, trova nell'audiolibro, una soluzione alla lettura classica del formato cartaceo.
Può essere effettivamente un valido strumento alternativo alla lettura tradizionale e/o con l'e-book, ma lo ritengo consigliabile per alcune categorie di lettori: i non vedenti, i lettori senili o con patologie oculari destabilizzanti o, per lettori che preferiscono ascoltare, piuttosto che mettersi a leggere in autonomia.

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