Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

23 Feb
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Luis Alberto Taffarello -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Luis Alberto e sono originario del Guatemala, anche se dopo l'adozione avvenuta nel 1992, ho sempre vissuto a Treviso.
L'infanzia è stata tutto sommato tranquilla, anche se non sono mancati episodi di razzismo e di violenza, soprattutto alle elementari e alle medie.
A scuola ho sempre avuto ottimi risultati fino alla 2a media, soprattutto nelle materie umanistiche, ma anche in geometria, quindi nel ragionamento logico-deduttivo.
la passione della scrittura però è nata molti anni dopo la conclusione delle superiori. Avevo cominciato a scrivere i miei pensieri su agende nere, ma senza l'idea di voler fare lo scrittore. Nasceva da un bisogno di parlare di me e di "buttare fuori" le sensazioni che la vita mi presentava. È negli ultimi anni che ho deciso di renderle pubbliche, avendo tra le mani una quantità sufficiente di materiale come testi, poesie, aforismi e pensieri di ogni sorta, che potevano dare vita ad un vero e proprio libro.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In realtà non esiste un momento preciso. Se di solito la notte la dedico all'altra mia passione, cioè al disegno e pittura, la scrittura invece copre il restante arco della giornata.
Un po' per il mio carattere introverso, che mi porta a trascorrere molto tempo da solo, e un po' per le problematiche che tratto, che mi hanno precluso, almeno per il momento, la ricerca di un lavoro effettivo, trovo ad occupare quasi tutto il tempo che ho a disposizione alla scrittura.
Anche perché è diventato un modo di conoscere me stesso e approfondire i miei lati "nascosti" e più lo faccio più non riesco a farne a meno.
Quando mi trovavo a lavorare per esempio i pensieri mi assalivano e non vedevo letteralmente l'ora di staccare dal lavoro per rimettermi a segnare i pensieri sulle agende. Ma se devo fare una stima, direi che la mattina è il momento che preferisco dedicare alla scrittura; ed il motivo per cui spesso e volentieri mi reco in aula studio o in biblioteca con le mie agende e passo ore a scrivere.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non vorrei dare una risposta banale e scontata ma direi Charles Bukowski.
Probabilmente perché abbiamo una passione e uno stile di vita piuttosto simile, quindi più che stima per il suo modo di scrivere c'è una sorta di empatia sul suo vissuto e perché è riuscito a trasformare una "debolezza", come può essere visto l'alcolismo, in un punto di forza, facendogli trovare un modo tutto suo di esprimersi. Inoltre mi piacerebbe molto riuscire a scrivere non come lui ovviamente, perché siamo due persone ben distinte, ma con meno filtri.
Cosa in cui lui era decisamente bravo, anche se non sempre apprezzato per questo.
In realtà poi ci sono altri autori che mi piacciono molto, come Marcello Comitini e Alda Merini. Ma come libro preferito, e quindi non solo come autore, c'è l'Antologia di Spoon River (Edgar Lee Master) ma non è contemporaneo.
Comunque a dire il vero per molto tempo più che libri di poesie mi sono appassionato di libri storici o di filosofia.
 
Perché è nata la sua opera?
Come dicevo la scrittura è nata dall'esigenza di scrivere e più andavo avanti con gli anni, più mi rendevo conto che non riuscivo a smettere, come se ogni pensiero andava scritto.
Praticamente ero diventato senza rendermene conto uno scriba della mia stessa vita e quindi quando sono arrivato a trovarmi tra le mani una ventina di agende scritte, ho cominciato a trascriverle al pc, raccogliendo centinaia di testi.
L'opera nasce come conseguenza di questo lavoro metodico e perché in fondo le poesie trovano la loro realizzazione se vengono poi rese pubbliche, con la speranza anche di trasmettere un po' del mio vissuto e delle emozioni che ho provato in questi anni. Magari aiutano la gente che legge a sentirsi compresa, e nel sapere che nella sofferenza non siamo soli.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente tanto. Ma avendo vissuto a cavallo di due realtà ben distinte, ho saputo sfruttare al meglio tali contesti.
Per essere più preciso, sono cresciuto in un contesto sicuramente "colto" per non dire "borghese", anche se è un termine che non mi piace per niente, nel senso che l'istruzione e certi modi di comportarsi e rapportarsi con gli altri, erano sicuramente molto importanti. Quindi la capacità di esprimermi, verbalmente e con la scrittura, ha influito positivamente per il fatto che ho acquisito la capacità dialettica necessaria per esprimere concetti e pensieri.
L'altra realtà invece viene dal mondo "della strada" dove ho trascorso decenni con i miei problemi di alcolismo, portandomi di fronte a situazioni che sono un’antitesi con la realtà borghese. Ma è grazie a queste esperienze che ho conosciuto l'altra faccia della medaglia, quella della gente quasi dimenticata, stessa gente, che non avendo magari un supporto famigliare alle spalle, può contare solo su sé stessa, su una bottiglia e pochi buoni amici.
E anche questo ha influenzato sulla mia formazione letteraria perché ovviamente parlo di queste situazioni, o meglio di me stesso, ma inserito in questi contesti sociali, di parchetti e di notti passate all'agghiaccio a bere.
Dei clochard che ho conosciuto e di tutta questa gente, che ormai non ha più una voce per raccontare il proprio dramma. Ma io ci sono ancora e se è vero che le storie da raccontare, più una buona capacità dialettica, allora lo scrivere diventa quasi un mio dovere. Non so se un dovere etico ma sicuramente un dovere nei confronti di chi come me ha vissuto contesti sociali difficili, ma non ha la capacità di raccontarsi.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Mi viene da dire tutte e due.
Ma l'evasione in realtà avviene solo quando sto effettivamente scrivendo, perché in quei momenti mi assento da ciò che mi circonda. Semplicemente sono molto concentrato, perché in realtà è un modo di entrare nella realtà.
A volte anche con prepotenza e una dose di arroganza, ma è una realtà che va raccontata, anzi che vuole raccontarsi e io sono i suoi occhi.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
Dai problemi di alcolismo, ad una fragilità enorme che spesso viene contrapposta ad altrettanta arroganza.
C'è di me tutta la tristezza e il senso di solitudine che mi sono costantemente trovato a vivere.
Le storie in via Ormea con la prostituzione, anche se preciso, non sono mai andato a prostitute, ma per il semplice fatto che i soldi mi servivano per bere.
Perfino il mio parlare costantemente di Dio mi riguarda personalmente.
A dire il vero non so ancora se posso essere considerato credente o meno, sono anarchico di spirito, e quindi anche Dio come autorità non lo tollero.
Sicuramente ho una grande Fede.
Tornando a noi, nel libro ci sono io al 100%, ma pensandoci bene forse solo un 90% perché in questi 20 anni di alcolismo non ho mai raccontato della forza che ci ho messo ogni volta per rialzarmi, di affrontare percorsi di cura, delle volte in cui sono tornato a ridere e ad amare, per poi trovarmi nuovamente solo alla ricaduta successiva. Eppure ecco che di nuovo trovavo la forza di rimettermi in gioco, di non darmi per sconfitto o farmi trattare come un fallito.
Questo 10% forse è l'unica cosa che manca per raccontarmi al vero in tutto.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentale forse solo i miei genitori.
Ma non tanto perché ritengono belle le cose scrivo, tutt'altro. Le poche che hanno letto ancora anni fa, facevano veramente fatica a comprenderle.
Le reputavano "pesanti" tipo da farti venire la depressione. Forse preferirebbero poesie più primaverili ma non ha importanza...non le sto scrivendo per loro.
Però fondamentali perché mi hanno comunque permesso di pubblicare l'opera, credendo più nelle mie capacità di raccontare me stesso che in quello che scrivevo. È come se avessero riconosciuto più la mia propensione alla scrittura che a ciò che dicevo. E questo mi sta bene così.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Trattandosi di poesie sicuramente molti hanno avuto già modo di leggerle singolarmente, anche perché ho cominciato tanti anni fa a scrivere e ogni tanto le facevo leggere ad amici e conoscenti.
Ma l'opera intera ovviamente ancora a nessuno.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il futuro della scrittura mi viene da dire che sono sempre e solo gli scrittori.
Il formato in cui viene divulgato ovviamente e purtroppo evolve con il tempo e con la tecnologia.
Dico purtroppo perché io resto un nostalgico dei libri fisici, della carta che con il tempo ingiallisce, della sensazione che si prova quando si sottolinea un verso a matita, e non meno importante delle librerie e scaffali ricolmi di libri.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia interessante.
Anche perché avevo già fatto qualche registrazione in passato con poesie e una base sonora in sottofondo.
Quindi sono assolutamente a favore dell'audio libro perché può raggiungere un’altra fetta di pubblico.

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)