Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è azione istintiva che prova a descrivere con le parole il senso della realtà percepita. Diventa atto creativo nel momento in cui le parole scritte coincideranno con ampia approssimazione al soggetto che si è immaginato.
In questo senso è azione laboriosa che richiede serenità d'animo e grande predisposizione all'indulgenza senza la quale ogni creazione risulta monca.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Penso che ogni libro, in diversa misura, attinga dalle proprie esperienze personali. quindi sostengo che chi ha avuto una vita avventurosa possa imbattersi in descrizioni fantasiose e dense di particolari. Chi ha avuto una vita “Normale" non può che descrivere situazioni leggere che riflettono un universo a bassa profondità. Ma se c'è talento anche le banalità possono risultare avvincenti.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il mio intento nello scrivere SMAFIATO è quello di trasmettere soprattutto ai miei figli cui il romanzo è dedicato, uno spaccato del mio vissuto che, per quanto potranno apprendere dalla storia, non sarà mai raccontato con la medesima intensità di chi i fatti li ha visti e conosciuti direttamente. In un certo senso ho prodotto un racconto didascalico.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è nato spontaneamente. È un neologismo che mi è venuto mentre faccio parlare due protagonisti del romanzo. Il termine SMAFIATO mi è piaciuto e l'ho eletto a titolo del romanzo.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Senza alcun dubbio Henry Miller per il suo modo torrenziale e sincero di raccontare. Ogni suo libro è una scoperta.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo senza dubbio. Anche se a volte utilizzo l'Ebook.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non esiste una data specifica. È tutto nato dall'esigenza di mettere su carta quanto vedevo guardandomi attorno, mosso dall'esigenza di non disperdere il ricordo di quanto vissuto. Ho cominciato come fosse un diario per poi sistematizzare la materia trattata in scritti di una paginetta, fino ad approdare ai racconti e, infine, al romanzo vero e proprio
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nasce dalla improvvisa morte di uno dei miei migliori amici per un ictus cerebrale per cui era mia intenzione mettere nero su bianco le tante avventure vissute insieme. Partendo da questa esigenza ho intuito che si potesse raccontare un periodo storico parecchio controverso. Come aneddoto mi piace ricordare le esperienze musicali; di quella volta che un signore ubriaco si presentò al nostro cospetto con un coltello in mano intimando di non ripetere più il brano che avevamo martirizzato non conoscendolo bene. Per fortuna tutto si è tranquillizzato istantaneamente.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È stato un desiderio parecchio coltivato. Vederlo realizzato mi riempie di soddisfazione.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un amico a cui debbo anche il merito di avermi incoraggiato adeguatamente.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso positivamente. Alcuni momenti della giornata è possibile fare due cose contemporaneamente ed ascoltare la lettura di un buon libro può essere rilassante ed istruttivo.