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BookSprint Edizioni Blog

06 Gen
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Intervista all'autore - Federico Serena -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Piacenza, dove ho studiato fino al termine del liceo classico e devo dire che la frequentazione di quel liceo mi ha abituato a ragionare con la mia testa e a scrivere (spero) decentemente.
Fin dalle elementari ho sempre amato la storia e mi è sempre piaciuto scrivere. Terminati gli studi alla morte di mio padre mi sono dedicato prima alla gestione dell'azienda agricola (periodo che ricordo con nostalgia) e poi ho lavorato in banca, ma sempre coltivando interessi anche lontani dal lavoro. Amo, come già detto, la storia, ma anche l'arte e la "bellezza" in tutte le sue forme.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Difficile, alla mia età, conoscere e consigliare una lettura ai giovani d'oggi. Posso ricordare i libri che più ho apprezzato e goduto quando io ero un ragazzo: il primo che ricordo è "la Primula Rossa". Ma quello che più ha influito sui miei gusti è senz'altro "Guerra e Pace", che ho letto a 14 anni
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Personalmente io amo ancora il contatto fisico con la carta. Ammetto però la comodità di poter portare con sé tanti libri in poco spazio e peso. Ma credo che non lascerò mai il libro cartaceo.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Bella domanda! La risposta non può che essere personale e soggettiva. Personalmente, come già detto, ho sempre amato scrivere, anzi: forse mi è più facile scrivere che parlare. Quindi nel mio caso posso parlare di "colpo di fulmine", ma non semplicemente: infatti quando scrivo lo faccio di getto; poi però leggo, rileggo, correggo, taglio e aggiungo. Quindi di può parlare anche di "amore ponderato"
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La curiosità.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Abbiate sempre curiosità e desiderio di scoprire, sempre senza scordare l'umiltà di chi sa che si è sempre apprendisti
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Non posso, per me, parlare di "sogno nel cassetto": ho sempre scritto e spesso pubblicato articoli, lettere e - anche quando ancora lavoravo (ora sono in pensione) - libri. Ora certamente ho più tempo per documentarmi.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì. Ricordo sempre il consiglio di Romano Gobbi, il mio libraio di Piacenza, dopo aver pubblicato "L'altare e la polvere" (un testo di storia dedicato ai Templari).
Lui mi aveva detto: "perché, invece di un testo di storia, non scrivi un racconto, in cui inserisci notizie storiche corrette, così la gente legge senza pensare di studiare un argomento, però impara qualcosa senza stancarsi."
Ecco: da qui hanno origine i miei racconti storici. Però, prima di scrivere, devo essere io il primo a studiare. Poi, alla fine dei racconti, giudico importante la spiegazione per distinguere il "vero storico" da quella che è "fantasia".
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Più che temere di non portare a termine la scrittura, il problema è stato iniziare: "quando potrò essere abbastanza padrone dell'argomento per poterne scrivere?" Questo mi chiedevo mentre una trama che potesse essere interessante cominciava a prendere forma nel mio cervello.
 
Il suo autore del passato preferito?
Tolstoj per primo. Ma poi altri più attuali, quali Wilbur Smith, Glenn Cooper, Ken Follett, Franco Cardini, Simonetta Cerrini...
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente può essere utile per non vedenti, ipovedenti o bambini in età prescolare. Ma per me è ancora un terreno inesplorato

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