Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in una famiglia contadina, mio padre allevava pecore che possedeva in società con altri soci,
una masseria, ma non c'era un gran guadagno perciò non era pensabile che potesse far studiare i suoi tre figli, era inteso, e poi successe, che io che ero il maggiore dei tre figli, finita la scuola elementare, andassi in campagna ad aiutarlo, e a dieci anni, mi ritrovai sulla montagna del Conzo a pascolare pecore, avevo perso i miei compagni di scuola e di giochi, adesso potevo chiacchierare con gli animali e raramente con qualche essere umano, se ne incontravano pochi e raramente su quei pascoli montani. Nelle lunghe serate invernali l'unico passatempo dei pastori era raccontare storie, storie vere, vissute, inventate, comunque importanti per far trascorrere qualche ora prima del meritato riposo e del sonno. Noi alla masseria disponevamo di una cassa piena di libri, nei tempi morti, nelle lunghe ore trascorse ad ascoltare storie, mi ha reso familiare il raccontare ed inventare nuove storie, ad amare i libri, quelli degli altri, nel tempo ho cominciato ad accarezzare l'idea che potevo scriverlo io un libro di racconti.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho mai avuto molto tempo da dedicare alla scrittura, l'ho fatto rubando tempo al riposo ed alla mia famiglia, nei tempi morti. Mi divido la giornata in tanti piccoli segmenti, scrivo qualche appunto, dei versi che nei momenti di pausa rielaboro, rendendoli più armoniosi.
Il suo autore contemporaneo preferito?
I miei autori preferiti, quelli che tengo sul comodino da consultare, leggere e rileggere nei momenti di crisi o di relax, non sono molti, tra questi Adriana Zarri ed Erry De Luca due grandi scrittori che con le loro opere danno ai propri lettori molti stimoli e tanta serenità, ed un poeta chi mi ha reso familiare il mondo della poesia: Pietro La Genga.
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata tanti anni fa con il mio arrivo in questa montagna e dove giorno per giorno ho vissuto lacrimando di gioia e di dolore, dove ho incontrato personaggi squallidi ed altri meravigliosi, poeti che non avrebbero mai potuto scrivere un verso perché analfabeti, ma poeti veri, capace di emozionarsi di fronte ad un tramonto dai mille colori, e di emozionare coloro che li ascoltavano. La mia opera è figlia della natura, spesso matrigna e dei suoi meravigliosi colori che sbocciavano non appena Lei, Proserpina, la Madre, Regina di Sicilia, abbandona la sua grotta dove ha vissuto nei mesi invernali per mettere il suo piede sulla terra ed allora ogni angolo, il più nascosto, si riveste dei colori dell'arcobaleno, l'aria profuma di gelsomino e di zagara.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Vivere per tanti anni in ambienti poveri, dove si vive sulla propria pelle l'emarginazione sociale perché stai facendo un lavoro tra gli ultimi, capisci che sei un emarginato. l'ho vissuto presto sulla mia pelle, quando ogni otto giorni tornavo in paese, uscendo di casa incontravo i miei vecchi compagni di scuola, di giochi, cercavo di riallacciare i discorsi, ma loro erano già altro, si mostravano indifferenti, annoiati. ho dovuto cercarmi nuove amicizie tra contadinotti e pastori; era quella la nuova classe sociale in cui mi stavano spingendo. crescendo ho cercato in tutti i modi di combattere queste discriminazioni sociali.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è un modo per raccontare la verità, qualche volta per renderla meno amara, ma sempre rispondente ai fatti e comunque sempre credibile, in questo racconto lungo tutti gli avvenimenti sono veri e realmente accaduti, secondo il mio parere la letteratura fantasy allontana i lettori dai problemi che ci travagliano quotidianamente per immergerci in una sorta di limbo, lontani dalle soluzioni per cui vale la pena battersi nel tentativo di risolverli.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente le tante persone che ho incontrato in quegli anni, pieni di energia di progetti che volevano assolutamente realizzare, ci credevano molto ed in tanti di loro nel tempo, in quegli anni, sono emigrati in vari paesi dell'Europa per poterli realizzare.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A nessuno, ero tanto impaurito di una possibile stroncatura che non l'ho fatto leggere a nessuno, qualche tempo fa ho letto la pubblicità della vostra Casa Editrice è mi sono convinto ad inviare il file. che dire? Avere tra le mani il mio romanzo in veste tipografica, sfogliare quelle pagine mi ha dato un'emozione così forte e vera che non ho saputo resistere, così ho attraversato il Rubicone e sono venuto a bussare alla porta della vostra Casa Editrice per farlo pubblicare.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook oggi vive il suo momento di gloria, è amato dai giovani e da quelli che non lo sono più. È una fiammata che non avrà ancora altri lettori, in tanti sono ritornati al libro tradizionale.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una bella innovazione, può risultare utile a tanti lettori che hanno problemi di vista, non lo vedo come un nemico del cartaceo, piuttosto come un compagno di viaggio.