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10 Nov
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Intervista all'autore - Barbara Martinenghi -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono una sognatrice, mi piace fantasticare, inventare storie, incontri, vivere altre realtà, in altri luoghi. È emozionante, pensare di far accadere situazioni avventure e romantiche.
Innamorarsi dei propri personaggi, pensare a loro, come fossero delle persone vere, penso sia la cosa più bella dello scrivere un libro. Vivere nuove avventure, attraverso loro è bello ed emozionante.

Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo è il mio secondo libro.
Come nel primo, c'è un pizzico della mia personalità. Ma, soprattutto, quando penso ad una trama, all'ambientazione, parto soprattutto dai luoghi del cuore e dalle situazioni che conosco, per poi partire con la fantasia e descrivere situazioni, che forse in fondo piacerebbe accadessero anche a me.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stato, come mettermi alla prova. Dopo il primo libro, dove c'era stato un lungo progetto, dietro, decidere di scriverne un altro, è stato sia difficile, sia entusiasmante, perché ho scoperto di avere un mio stile.
Nel pensare alla storia, le parole uscivano leggere e senza alcuno sforzo, dalla mia penna.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Devo dire, che è stato abbastanza facile.
Anzi, forse è arrivato prima il titolo, e in base a quello, ho pensato in seguito alla storia. Ero indecisa, solo se lasciarli tutti e due, o uno dei due. Ma alla fine, è stato il titolo a identificare il libro.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me, "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen.
È il mio libro preferito, quello che rileggerei all'infinito. L'ho adorato sin dalle prime pagine, spero solo un giorno di riuscire a trasmettere anche solo in minima parte le emozioni che sa trasmettere la Austen. Sia nel raccontare le storie dei personaggi, ma soprattutto il carattere e le relazioni sentimentali.
 
Ebook o cartaceo?
Cartaceo, niente di più bello delle pagine di un libro.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
3/4 anni fa.
Ho deciso di provarci, perché in un periodo particolarmente della mia vita.
Ho avuto bisogno di evadere con la mente, per non pensare troppo alle situazioni che in quel periodo mi circondavano.
Un giorno, una persona mi disse una frase, che mi rimase impressa, e da lì ho costruito una storia nella mia testa.
Mi piaceva così tanto, che in realtà, all'inizio pensavo ad un bellissimo film. E così, ho deciso di metterla per iscritto. Incoraggiata anche da una amica.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questo libro, nasce dalla volontà di scrivere una storia romantica, in un altro dei miei luoghi del cuore. Ho pensato in questo caso di servirmi delle amiche per costruire e arricchire la storia, per ringraziarle del supporto che mi danno sempre, con la loro vicinanza.
Un aneddoto del libro, potrebbe essere la passione recente per la montagna e il trekking che abbiamo imparato grazie alla nostra guida Christian e soprattutto a mio cugino. Questa passione mi ha ispirato questo libro.
Il rifugio che abbiamo visitato e la pace, ma soprattutto la bellezza del luogo, è stato per me uno spunto.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Emozione e incredulità allo stesso tempo.
Misto anche a un pochino di timidezza, al pensiero di persone che leggendo il libro, possono imparare a conoscerti più a fondo.
E poi, vedere i tuoi pensieri, la tua immaginazione, rileggerlo e pensare che l'abbia scritto tu, è una sensazione indescrivibile.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Una mia collega di lavoro, negli anni diventata amica. Ma soprattutto mia grande fan e sostenitrice. È lei che mi ha spronato ad andare avanti e scrivere ancora.
Grazie Marina.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo che sia una nuova forma di lettura, che trova magari spazio in luoghi dove non è possibile leggere in modo normale, oppure per persone che normalmente non avrebbero mai preso un libro in mano. Tempi moderni. 

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