Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura mi permette di essere me stessa senza blocchi o difficoltà che invece nel parlato sento di avere.
Quando scrivo gli ostacoli vengono spazzati via concretizzando quel pensiero in libertà.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Per rispondere a questa domanda dovrei comprendere cosa significa vita reale per chi lo chiede.
Parto dal presupposto che la scrittura si muove sempre su un binario parallelo rappresentato da forme pensiero, che a un primo sguardo potrebbero non sembrare “reali”, ma che a volte lo sono molto più delle azioni che compiamo ogni giorno.
I miei pensieri e le mie emozioni sono in tutto ciò che scrivo.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Questa raccolta è delle persone a cui pensavo quando scrivevo, anche se loro non lo sanno.
Per me ha significato in un certo senso liberazione, in un altro senso comprensione di quei gomitoli ammassati che improvvisamente sono risultati chiari.
Mi ha costretto a guardarmi dentro con tutto ciò che ne è scaturito.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sè stessa per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo nasce in maniera molto spontanea, come ciò che è scritto all’interno.
Mi è parso subito perfetto poiché la mia poesia è come il titolo, mostrando che il bello viene al termine, anche se prima sembra distorto.
La bellezza si vede solo alla fine e bisogna saperla attendere.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sono sempre stata appassionata dei poeti maledetti francesi, in particolare di Baudelaire che mi ha formato ai tempi delle scuole superiori.
Ad oggi leggo poeti molto diversi e di epoche differenti ma il primo amore non si scorda mai.
Ebook o cartaceo?
Tutta la vita cartaceo.
L’ebook è estremamente comodo e permette di leggere in “compattezza” ma accarezzare la pagina di carta e sentirne l’odore è qualcosa che ad un’appassionata dei sensi come me non può mancare.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non ho mai deciso di scrivere, direi più che è stata un’impellenza ed una necessità.
Molte volte ho avuto grandi difficoltà a dire ciò che sentivo nella lingua parlata, difficoltà che penso di avere ancora oggi.
Direi che il motivo si trova in ragioni familiari ma anche in una grande sensibilità che mi ha sempre contraddistinto e che riesco a praticare quasi esclusivamente con la scrittura.
Fin da piccola ho amato questo modo di comunicare, risultando spesso anche indietro con i tempi in una generazione in cui si stava perdendo la parola scritta.
Oggi questa estraneità la sento ancora di più.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L’idea è nata con semplicità, raccogliendo poesia per poesia.
Questo libro ha origine incredibilmente tempo addietro ma risulta estremamente attuale, come se avesse un filo conduttore. Le poesie aggiunte dopo me lo hanno dimostrato, incastrandosi alla perfezione in quel marasma ordinato che ho scritto.
La pubblicazione è stata meno semplice, non perché non volessi ma perché non mi sentivo pronta.
Pubblicare è come mettersi a nudo cerebralmente, psicologicamente ed emotivamente.
La considero la forma di intimità più completa.
Diciamo che sono stata aiutata da una persona sul mio cammino che mi ha in un certo senso sbloccata, senza volerlo né saperlo.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’emozione meravigliosa.
Euforia, soddisfazione e un po’ di timore si mescolano assieme.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ancora nessuno ha letto la raccolta, ho condiviso solo qualche frammento.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi piace.
Serve sicuramente interpretazione ed una voce che dia calore e profondità per leggere a qualcun altro un’opera.
Lo trovo un’ottima alternativa alla lettura ma sempre un’aggiunta e mai una sostituzione.